Riprendiamo una riflessione apparsa qualche giorno fa su Soccerissue.com (@soccerissue), che da tempo sta portando avanti una "battaglia" per cercare di dimostrare che la soluzione all'equilibrio finanziario del calcio non può essere trovata nel Fair Play Finanziario. Questo può essere utile, può essere l'inizio di un percorso, ma secondo gli autori del sito la sola regola che consentirebbe una razionalizzazione e democratizzazione immediata è da ricercarsi nel Salary Cap e nella Luxury Tax.
Nella NBA esiste un concetto di Salary Cap in base al quale esiste un tetto (per il 2012/13) di 58 milioni di dollari al monte salari di ogni Club. Nessuno impedisce di superare questo limite, ma per ogni dollaro che viene speso in più la squadra deve versare un importo equivalente alla Lega, che poi provvede a distribuirlo fra tutte le altre squadre che sono rimaste all'interno del limite pattuito. Questo meccanismo nasce sia come deterrente, sia come strumento per innalzare automaticamente la capacità di spesa di tutti gli altri partecipanti, rendendo idealmente il campionato più competitivo.
A partire dal 2003 le squadre che hanno superato il limite previsto hanno ridistribuito alle altre un totale di 923 milioni di dollari, Nel solo 2012/13 la cifra è stata di 70 milioni di dollari.
Ma la proposta di Soccerissue si spinge ancora oltre: secondo loro la UEFA dovrebbe introdurre un duplice deterrente: oltre al salary cap sul monte ingaggi dei calciatori, viene prevista una vera e propria Luxury Tax, quest'ultima calcolata sul valore dei trasferimenti, con un meccanismo del tutto simile.
Le cifra identificate da Soccerissue sono rispettivamente 200 milioni di Euro per i salari e 50 milioni di Euro per singolo trasferimento. Valori comunque di tutto rispetto, non campati in aria.
La filosofia che ispira questa richiesta è chiaramente spiegata dagli autori:
"i club che sono responsabili della creazione di profondi gap fra i ricchi ed i poveri sono anche responsabili del loro contenimento"