di Clemente Pepe
Dieci milioni di euro prelevati dalle casse dell’azienda, accompagnati dalla responsabilità anche morale del fallimento di un marchio storico dell’industria alimentare della Campania, come il Pastificio Amato, con alle spalle un crack da 100 milioni di euro.
La Guardia di Finanza di Salerno nella mattina di giovedì 28 giugno, ha notificato cinque ordinanze di custodia cautelare ad amministratori del pastificio ed esponenti politici ritenuti coinvolti nella vicenda. I provvedimenti sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del procuratore Franco Roberti, nei confronti di Giuseppe Amato, 38 anni, ritenuto amministratore di fatto dell’azienda, Paolo Del Mese ex presidente della commissione Finanza della Camera ed attuale vice segretario nazionale dell’Udeur, Mario Del Mese, amministratore della Ifil C&D, Antonio Anastasio consigliere provinciale e capogruppo del Popolo delle libertà a Principe Arechi, l’avvocato Simone Labonia ex presidente della società comunale di cartolarizzazione Salerno Patrimonio.
Ai cinque indagati sono stati contestati reati fallimentari sia di natura distruttiva che dissipativa. I cinque secondo quanto si legge nella nota della Guardia di Finanza, avrebbero sottratto in assenza di valide ragioni economiche ed in maniera non congrua e coerente rispetto alla controprestazione offerta, disponibilità economiche della società per un ammontare di 10 milioni di euro.
Le indagini degli uomini della Guardia di Finanza hanno rivelato che le casse dello storico pastificio Amato hanno subito una continua e sistematica opera di svuotamento a favore di soggetti che non avevano titolo alcuno a ricevere denaro. Sempre secondo la nota prodotta dagli uomini delle Fiamme Gialle, ha evidenziato come tutti gli appartenenti all’entourage dell’ex parlamentare mastelliano Del Mese benché privi, ad eccezione di Giuseppe Amato, di incarichi dirigenziali all’interno del pastificio, formavano una vera e propria influente casta che definiva anche le scelte e le politiche aziendali.
La Procura della Repubblica ha disposto il sequestro preventivo, in via d’urgenza, della quota di partecipazione che la Esa costruzioni S.p.a detiene nel gruppo e dei conti correnti bancari intestati alla società. Sui conti di Esa Costruzioni sono stati ritrovati 540 mila euro provenienti dalla Amato, soldi no giustificati. Sequestrata inoltre una agenzia di viaggio, riconducibile ad Antonio Amato, costituita con fondi sottratti al pastificio e le quote del capitale sociale della Ifil c&d s.r.l amministrata da Mario Del Mese, anche questa, secondo gli inquirenti, frutto del fiume di denaro fuoriuscito dall’antica azienda di Salerno.
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