Pierfranco Bruni
Pierfranco Bruni al Salone del Libro di Torino in una Lectio Magistralis su "Il coraggio della coerenza nella letteratura italiana: da Dante a Pavese". Un tema affascinante che pone all'attenzione una visione della letteratura non come modello moralistico, ma piuttosto come percorso tra poeti e scrittori che hanno fatto della scrittura un essere del proprio viaggio e un cammino del proprio esistere. "Perché Dante e Pavese come inizio di un discorso e condivisione di alcuni parametri sia letterari che esistenziali?". Così si interroga Pierfranco Bruni in un apri pista del suo discorso. "Dante è sostanzialmente - dichiara Pierfranco Bruni - la sintesi di un processo poetico e misterioso che trova nell'intreccio tra Occidente e Oriente la metafora di una letteratura che è mistero e alchimia. Ovvero un Dante esoterico che attraverserà tutte le epoche e troverà in Ariosto lo scavo di un Oriente che giunge sino a Pascoli. Pavese, dopo D'Annunzio, resta non solo lo scrittore del viaggio omerico nell'ascolto di una grecità diffusa, ma è il poeta del Novecento nella rottura completa di tutti i linguaggi che compongono la complessità del legame tra la lingua e la metafora”.“Se - aggiunge Pierfranco Bruni - Dante incrocia l'Occidente con l'Oriente in Pavese si ascoltano i Mediterranei profondi. Dante e Pavese compiono viaggi della dissolvenza in una sintesi che è marcatamente metafisica. La coerenza è proprio questa metafisica della dissolvenza del viaggio stesso che fa della letteratura un'isola un esilio una solitudine. Il Novecento italiano senza questi tre snodi non avrebbe senso". Per l'occasione Pierfranco Bruni ha presentato anche il suo recente libro "La pietra d'Oriente", nel quale si vive la pazienza delle eresie e il coraggio delle inquietudini.