Chiedere scusa è una cosa difficile.
Bisogna mettere da parte l'orgoglio, avere massicce dosi di autocritica, affrontare nel vuoto la paura di essere comunque rifiutati.
All'inizio dell'anno, per esempio, ho brutalmente litigato con la Pau.
Chiedere scusa, è stata la parte principale che ha consentito di andare avanti senza che questo evento avesse particolari strascichi, se non quelli positivi di due persone che affrontano con coraggio le proprie debolezze, le proprie paure e i propri fallimenti.
Quando le ho chiesto scusa, sono stata sincera, non mi sono giustificata, ho riconosciuto semplicemente il mio errore, non ho cercato di addolcire la pillola, non ho nemmeno provato lontanamente a giustificarmi.
Al massimo, ho chiarito circostanze a lei ignote, ma che comunque non giustificavano l'evento in sè.
Ho spiegato, lei mi ha cazziato, e io ero talmente contrita nel mio dispiacere che quando stavamo per chiudere la telefonata nella mia mente non si è materializzata la mia classica richiesta da bambina viziata. Non si è proprio materializzata, non è che si era materializzato il pensiero e io ho dovuto controllarlo e metterlo a tacere.
Sapevo ed ero consapevole che le scuse, fatte così, erano un passo, ma i restanti altri passi avrebbero richiesto tempo. Io ero pessimista, mi dicevo che ci sarebbero voluti mesi, considerando la gravità della faccenda. Per fortuna, la Pau è più pia di quanto non sembri e non ci sono voluti che pochi giorni
Ora.
Tutto questo preambolo semplicemente per dire che a me quelle di Bossi non sono parse per nulla scuse. Dire: mi scuso, ma sono stato strumentalizzato e comunque era una battuta goliardica , a me non sembrano per niente scuse.
E' come se uno mettesse le corna alla fidanzata a pretendesse di essere perdonato chiedendo scusa così:
- Amore, si, è vero, ti ho tradito. Scusami, scusami, scusami. Anche tu però, cazzo, sei frigida e non me la dai mai, cosa ti aspetti? E poi è stata una sveltina! -