Sono 320 gli emendamenti presentati dalle opposizioni al decreto salva Roma, che domani arriverà nell’aula del Senato. Gli stessi che Movimento 5 stelle, Sinistra ecologia e libertà ma soprattutto Lega avevano già presentato e che si sono visti cassare in blocco in commissione Bilancio e finanze, in una seduta record di appena mezz’ora. Il governo vuole infatti un testo “blindatissimo”, da approvare in fretta nella versione modificata dalla Camera, vista la scadenza del 5 maggio. Non è quindi da escludere un altro braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, sulla falsariga di quanto avvenuto a Montecitorio, dove si è tra l’altro registrata una mancanza del numero legale (cosa che non accadeva dal 2007).
Nel mirino delle opposizioni ci sono le misure per il ripristino dell’equilibrio finanziario del bilancio di Roma, con lo slittamento da 90 a 120 giorni per la presentazione del piano triennale per il riequilibrio, insieme alle aliquote Tasi (tassa sui servizi indivisibili) e Tari (tariffa sui rifiuti), considerate troppo alte, ma anche il ritorno dell’Imu per i terreni agricoli e per i fabbricati cosiddetti ‘produttivi’.
Il voto finale di palazzo madama dovrebbe arrivare mercoledì.
MC