L’idea è quella, detto in soldoni, di allungare i processi per assicurarsi la prescrizione. In pratica, visto che il “processo breve” non ce l’ha fatta, ci provano col “processo lungo”. Lo stratagemma è semplice, e a dir la verità, piuttosto rozzo: d’ora in poi la difesa sarà autorizzata dalla legge, pena l’annullamento del processo, a presentare tutti i testimoni che vuole, anche se questi sono considerati dal giudice irrilevanti. La tragica farsa è che questa norma non
investe soltanto i processi di primo grado in corso, ma copre anche quelli di mafia e i processi con rito abbreviato, che sono migliaia.
È il colmo: il rito abbreviato servirebbe a sveltire il processo e la nuova legge adesso ne inficia le premesse. Ci vuol poco a capire che tutta la baracca è messa sù ancora una volta per salvare Berlusconi dal processo Ruby in primis, e poi Mills (comunque vicino alla prescrizione), Mediaset e Mediatrade. Già mesi fa, infatti, sui giornali si ipotizzava questa strategia da parte degli avvocati del premier, Ghedini e Longo: ingolfare il processo Ruby con valanghe di testimoni per allontanare la sentenza.
E presto sarà possibile per legge, con salti di gioia dei boss mafiosi e dei colletti bianchi imputati qua e là, che, pagando un buon avvocato, si compreranno un’innocenza tutta da dimostrare. Probabilmente l’ostruzionismo dell’opposizione servirà a poco, perchè è facile che la Lega voti a favore. Un altro strappo dopo la vicenda Papa, infatti, non sarebbe auspicabile per nessuno dei due membri dell’alleanza di governo. Il Carroccio, rendendosi complice per l’ennesima volta, rischia grosso, ma spera di aver calmato la tribù degli elettori con la mossa di mercoledì.
La congiuntura tuttavia lascia pensare che sia stato tutto deciso a tavolino, con uno scambio Papa-legge ad personam. Non è affatto escluso che Alfonso Papa sia stata una pedina di un gioco più grosso, un gioco che Berlusconi non vuole perdere a nessun costo.
Written by Frenchi