Magazine Attualità

Sanità e Pari Opportunità: intervista con la Senatrice De Biasi

Creato il 19 novembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

A margine della conferenza “Il Riformismo oggi”, organizzata da Agorà Democratica, abbiamo incontrato a Torino la Senatrice Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato.
Con lei abbiamo parlato di due temi centrali nel dibattito politico: Sanità e Pari Opportunità.

Sanità: digitalizzare per migliorare (poco)
L’agenda di riforme promessa dal premier Renzi è vasta e ambiziosa. Negli ultimi mesi ci si è concentrati maggiormente sulle riforme istituzionali, presupposto di tutta la futura azione di governo, ma, come Renzi spesso ricorda, il nodo centrale da aggredire è lo snellimento dell’immensa macchina amministrativa: dalla sburocratizzazione degli enti pubblici dipende l’efficacia di tutte le altre riforme, compresa quella del lavoro.
Al primo posto c’è lo snellimento del sistema sanitario. L’Italia ha sempre vantato un sistema sanitario d’eccellenza. L’agenzia americana Bloomberg, mettendo insieme i dati di Banca Mondiale, FMI e OMS, colloca l’Italia, in termini di efficienza, addirittura al 3° posto nel mondo (meglio di noi solo Singapore e Hong Kong) e 1° posto in Europa.
Siamo invece indietro rispetto ai partner europei sul fronte della digitalizzazione del sistema sanitario, tema che Renzi ha più volte ripreso.
L’e-Health si inserisce nella cornice più ampia dell’Agenda Digitale, un processo di snellimento complessivo della macchina burocratica attraverso la messa in rete dei dati utili dei cittadini. Si è parlato di documenti digitali come patente e carta d’identità elettronica.
Tra gli obiettivi di questa Agenda c’è la digitalizzazione della tessera sanitaria: con essa il sistema sanitario nazionale si doterebbe del fascicolo sanitario elettronico, consentendo ai cittadini e ai medici dei diversi ospedali di accedere alla cartella clinica in tempo reale. Il modello è già stato adottato in via sperimentale in alcuni ospedali italiani (a Torino e a Treviso), e i benefici sono numerosissimi: snellimento delle pratiche burocratiche, efficientamento della comunicazione tra reparti e tra ospedali, prenotazioni di visite mediche On-Line.
L’interoperatività dei dati consente inoltre un controllo trasparente di tutti i livelli del sistema sanitario, dal medico di base, alla struttura ospedaliera, fino al Ministero della Salute.
Il costo di conversione dell’attuale sistema in un sistema digitale non è banale, e bisogna considerare i corsi di alfabetizzazione informatica per i dipendenti pubblici: solo il 17% dei cittadini interagisce con la Pubblica Amministrazione attraverso Internet, contro il 40% della media europea.
I risparmi a sistema avviato, tuttavia, sono enormi: si parla di cifre superiori ai 3 miliardi di Euro.
“Quando parliamo di digitalizzazione non parliamo di un costo” chiarisce la Senatrice De Biasi, “parliamo di un investimento, un investimento che ritornerà in risparmio economico e in qualità ed efficienza del servizio”.

DSC_0039

Parità dei sessi: obiettivo di civiltà planetaria
L’Italia ha fatto passi avanti sull’annosa questione della rappresentanza femminile nelle istituzioni, e con il governo Renzi si sono fatti ulteriori sforzi in questo senso. Il 31,4% degli onorevoli è ora di sesso femminile, dato ampiamente superiore a quello di Irlanda, Regno Unito e Francia.
La nuova legge elettorale, salvo correzioni, prevede una soglia minima di rappresentanza di genere, fissata al 40%. Naturalmente molto dipenderà dall’accordo che verrà trovato in Parlamento, ma in generale la politica sta imboccando la direzione di una parità di rappresentanza per entrambi i sessi almeno ai livelli più alti delle istituzioni.
Per la prima volta, ad esempio, si profila realisticamente la possibilità che il prossimo Presidente della Repubblica sia una donna.
Nonostante l’importanza della battaglia esiste però il rischio concreto di trasformare una questione culturale e politica in una questione biologica.
“Le quote rosa devono sostenere una fase di transizione” sostiene la Senatrice “nel momento in cui la politica non è in grado di auto-riformarsi deve intervenire una norma che, per un periodo limitato, sancisca che una parte degli eletti deve essere costituito da donne”. E aggiunge: “Non a caso non si parla più di uguaglianza ma di pari opportunità: significa partire tutti alle stesse condizioni. Essere donna o uomo non è un dato biologico, in politica non si può fare della biologia. Bisogna invece avere un progetto politico, che comprenda che dall’impegno delle donne in politica nasce una società migliore”.
In effetti, come ricorda ancora la Senatrice De Biasi, la battaglia più ardua è quella della parità di trattamento delle donne in ambito lavorativo. Si stima che in Italia una donna, a parità di istruzione e di occupazione, guadagni circa il 40% in meno rispetto ad un collega uomo.
La politica ha il compito di imprimere una “direzione” culturale, evitando sia la sottorappresentanza sia la rigidità di un sistema cinquanta e cinquanta. Una misura temporanea dunque, che sia capace di far partire donne e uomini allo stesso livello, ma in cui ultima parola spetti comunque alla democrazia.

Related Posts

AttualitàBerlusconiPoliticaPrima PaginaRenzi

Demagogia: croce e delizia dei leader nostrani

Prima PaginaThe International Post

One Step Forward Against Global Warming

Prima PaginaThe International Post

Food For Thought

CronacaEditorialeLa cronaca di TorinoPrima Pagina

La città dei sogni, Torino. Intervista a Pier Massimo Prosio.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :