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Capita, almeno a me, di vedere un film, capirne ben poco e pensare "che bello però!". O meglio, capisci alcune cose, un senso generale, ma molti dettagli sfuggono. In questo caso le metafore ed allegorie utilizzate sono così particolari che ne ho apprezzato il lato estetico, non sempre il significato. Fortunatamente questo blog Gode del contributo di Napoleone, passo a lui la parola e tutto diventerà chiaro e renderà questo incredibile film ancora più affascinante.
“Lei è una sordomuta e quindi con lei si può fare quello che si vuole”.
La Donna tatuata /Thelma Tixou mentre “presenta” la figlia che fa prostituire ad un viscidissimo e laido cliente.
“Con le tue mani e il mio corpo, faremo un numero che sarà sensazionale.”
Rubi/Gloria Contreras
A Fenix/Axel Jodorowsky che se ne sta acquattato nudo in cima a un tronco d’albero nella sua sterile camera in clinica. [Il Dottore/Héctor Ortega (Gòmez) entrando con l’infermiera e spingendo un carretto di cibo con le pietanze.]: -“Fenix. Per favore…
[Gli offre un pasto normale.]
Dottore:-“Mangia come un essere umano.”
[Pausa]
Dottore:[mette giù il vassoio e gli offre un piatto con un pesce.]
Fenix:[urla salta giù e afferra il pesce]
Fenix: Grrr!
[Si siede e comincia a mangiarlo]
Dottore: -“basta non stare qui tutto il tempo, senza vedere mai nessuno.”
[Pausa]
Dottore:-“Ora andiamo dai, mettiti in piedi.”
[Fenix/Adan Jodorowsky bambino singhiozza]
Orgo/Guy Stockwelll:-“Smetti di piangere…come una bambina.”
[Pausa]
Orgo:-“Io ti do un dono. Che ti farà un uomo.”
Pappone/Teo Jodorowsky: [portando Fenix/Axel Jodorowsky e i ragazzi portatori di handicap lontano dalla cassa della biglietteria del cinema] –“Venite, venite. Vieni tu, ho un regalo per tutti voi.”[Puntando su dei manifesti di film]
Pappone: -“Senti, questo tipo di cose vi potrà anche far star male. Se promettete di non dire niente, vi porto da qualche altra parte…che è molto più divertente che al cinema. Te intanto, senti annusa un po’ di questa…”
[Apre una bustina di cocaina]
Pappone:-“…eh, vedrete…”
Concha/Blanca Guerra: -“Sai cosa devi fare.”
Fenix/Axel Jodorowsky:-“No, io non voglio!”
Concha: -“Questa ragazza ti ha contaminato con la sua lussuria.”
Fenix: -“No, mamma, non è vero! E’ solo un gioco!”
[Comincia a perdere il controllo delle sue mani]
Fenix: -“No!Non posso! Non chiederlo a me!”
Concha: -“Non te lo sto chiedendo, te lo sto per ordinare…tu sarai le mie mani…e le mie braccia…per ucciderla!”
Concha: [a Fenix] –“Non è possibile espiare i tuoi peccati con degli incubi.”
[Mentre Fenix guarda il manifesto di “The Invisible Man”]
Concha: -“Senza di me non sei nulla. Nessuno ti vede e nessuno ti nota. Proprio come il tuo stupido eroe.”
Concha: -“Sono sempre galli o cigni! Non si vede mai niente altro nelle tue ridicole allucinazioni.”
Fenix: [Concha comincia a controllare le sue mani] –“Attenzione, Santa! Per ora devi combattere contro di me e basta.”
“La Santa”/S.Rodriguez: -“Che cosa ti sta succedendo? Stai impazzendo?”
Concha: -“Sei il suo assassino! Devi ucciderla!”
Fenix: -“L’hai sentita? Lei vuole che ti uccida con le mie mani.”
[Prima dei titoli di coda]
Polizia: [al megafono] –“Metti le mani in alto!”
Fenix: [iniziando ad alzare le mani] –“Le mie mani…Le mie mani! Le mie mani. [Ride]”
“Santa Sangre”, film dalle immagini splendide e uniche, di morte.
Ma anche per molti aspetti il film-manifesto della visione unica di Jodorowsky, per tutto quello che avrebbe potuto dare di splendido al cinema a partire dal non realizzato progetto mastodontico (in collaborazione artistica con l’inseparabile Moebius, H.R.Giger, Enki Bilal, e addirittura Salvador Dalì) del “Dune” di Frank Herbert poi compiuto -notevolmente ma comunque enormemente differente-, da David Lynch, e non ha potuto nella sua carriera anche per colpa di banditi alla De Laurentiis (che gli tolse il progetto), come coraggiosamente afferma lo stesso Jodo in una nuova intervista contenuta nell’appena uscita recentissima edizione in Dvd/Bluray della Shriekshow R1 proprio di “Santa Sangre”, ma finalmente potentemente esplicata in questo film appena citato, realizzato dopo quindici anni da “La Montagna sacra” (1974), il suo film più famoso e di successo, e a dieci dallo sfortunatissimo e praticamente mai distribuito, film “per ragazzi” ma certo alla sua personalissima maniera, “Tusk (Zanna)” (1979).
“Santa Sangre significa “Holy Blood”, che è il nome di una Chiesa del film, la quale è dedicata al culto di adorazione di una fanciulla vergine che venne brutalmente aggredita da due stupratori, che al suo netto rifiuto gli tagliarono le braccia e la lasciarono morire in un lago di sangue.
Alla testa di questo culto ossessivo c’è Concha (Blanca Guerra, celeberrima attrice messicana, qui strepitosa), che in una sequenza straordinaria, all’inizio del film, cerca di salvare dalla demolizione la sua “missione” anche per intercessione di un’inquietante arcivescovo cattolico, il quale sarà poi lui stesso, a far distruggere dalle ruspe l’abusiva chiesa di mattoni e lamiere, una volta conosciuta l’origine e la natura pagana e malata di questo culto, e la chiesa viene quindi comunque abbattuta.
Concha però non è soltanto una fanatica religiosa ma anche una trapezista del “Circo del Gringo di Città del Messico”-dove è ambientato e stato in gran parte girato tutto il film,- di proprietà di Orgo (Guy Stockwell, eccezionale caratterista del cinema americano anni’60 e ’70, pensare che da giovane era un “Golden Boy” di Hollywood dal bell’aspetto e dalle grandi aspettative, fratello del più famoso Dean Stockwell, entrambi purtroppo scomparsi), di cui è la moglie, donnaiolo e grassissimo, lanciatore di coltelli.
C’è poi il loro figlio Fenix( l’esordiente figlio di Alejandro, Adan, per quanto riguarda il personaggio agli otto anni di età, poi da suo fratello Axel quando il personaggio di Fenix ha 20 anni). Concha, che è gelosissima e molto consapevole degli atti libidinosi di Orga con la nuova arrivata nel circo, la donna tatuata (Thelma Tixou), la quale ha una figlia sordo muta. Immediatamente, Fenix e la bambina sordomuta (Faviola Elenka Tapia) iniziano un’amicizia, di pari passo con quella ben diversa tra Orgo e sua madre la donna tatuata….
“Santa Sangre” è solitamente catalogato come film horror, ma è ben altro di più, e di diverso, esistendo di per sé al di fuori di tutte le categorie.
Ma oltre a tutte le sue grandi qualità, che sono molteplici e profonde, è sicuramente anche un grande film horror, venuto fuori in anni di innumerevoli insulsi, horror per teenager, a ricordarci a tutti di Alejandro Jodorowsky, il quale nell’orrendo 1989 realizzò questo grande pastiche un tutt’ insieme di horror, poesia, surrealismo, ironia cattiva, dolore, terrore psicanalitico.
Il film di Jodorowsky tratta con invenzioni mai viste –che molto devono dagli importantissimi trascorsi di Jodorowsky con Marcel Marceàu e il Grupo Pànico- della perversa schiavitù emotiva e fisica di un figlio per la propria madre- un controllo ancora più macabro quando impariamo, alla fine del film, il segreto della sua vera natura. Si tratta anche di un odio istintivo tra i vari personaggi che rappresentano la lussuria e la castità, che sono entrambi visti come perversioni in un mondo senza una sana via di mezzo.
Girato come detto a Città del Messico, “Santa Sangre” è stato a detta di tutti un’esperienza intensa sia per il cast che per la troupe, piena di squallore, di dolore e di pericolo. Anche se il progetto ha origine altrove, “Santa Sangre” è a ogni fotogramma un film di Jodorowsky, riuscendo a ruotare facilmente tra generi, stili, tradizioni spirituali così come la bella colonna sonora di Simon Boswell si sposta dalla tradizionale musica messicana in quella pulsante ed elettronica da film horror come “Phenomena”(1985) di Dario Argento, per il quale compose grandi brani.
Attingendo alla sua formazione in mimo e alla sua fascinazione per l’agnosticismo, Jodorowsky riesce a convertire la storia di un bizzarro serial killer in una grande opera d’arte, piena di simboli e immagini che arrivano ben oltre le solite convenzioni per i modi di raccontare con il linguaggio cinematografico, in qualcosa di primitivo e insieme originale.
Il che non vuol dire che “Santa Sangre” sia anche un film oscuro o “difficile”. Violenza grafica e carica grottesca a parte, il film è così semplice che ha bisogno a malapena di poche righe di dialogo.
Lo spunto audace del soggetto è orchestrato da Jodorowsky in uno di quei film che ispirano la compilazione di liste ad uso critico, dalle influenze junghiane, surreali, felliniane, Bunueliane, sadomaso, espressioniste, e fortemente citazionistiche dei classici horror come “Il Mistero delle cinque dita” e “Le Mani di Orlac”, o il film che guida le fantasie del protagonista Fenix, “L’Uomo invisibile”(The Invisible Man)(’31) di James Whale, con Claude Rains.
Nella seconda metà, “Santa Sangre” somiglia avvolte a uno dei film del periodo d’oro e dal gusto “camp” della Hammer, condito con David Lynch al meglio della sua programmatica follia. Ma anche quando il gotico hammeriano dall’orlo dell’orrore si trasfonde volutamente in elementi e contenuti fortemente ironici, Jodorowsky continua ad emergere con scene che incidono nel profondo: il funerale di un elefante che si trasforma in una orda di disperati affamati che strappano la sua carne come negli smembramenti e sbudellamenti d’alta macelleria estetica di Romero. O la fantastica bizzarria della scena in cui un uomo si strappa l’orecchio e cerca di spingerlo giù nella gola della ragazza sordomuta (Sabrina Dennison); o la lunga sequenza in cui i corpi pallidi e nudi delle decine di donne vittime degli omicidi fuoriescono dalle loro tombe, e così via.
Jodorowsky disse che “Santa Sangre” era il preferito dei suoi film perché parlava di sentimenti, non di idee, e secondo le sue intenzioni, voleva che il film portasse i suoi spettatori a sentirsi come il ragazzo della storia, Fenix, che si trova ad assistere a cose molto più atroci di quelle che può veramente gestire, in modi e maniere tali che, come disse Jodorowsky, “Non c’è nessuna lettura intellettuale…va direttamente al subconscio.”
La storia come accennato coinvolge il suddetto Fenix, mago ragazzino al “Gringo Circus”, uno scalcinato spettacolo itinerante in Messico. Fenix è per l’appunto interpretato da due dei figli di Jodorowsky (Adan agli 8 anni circa, Axel ai circa 20), ed è il figlio di della bella trapezista artista Concha (Blanca Guerra) e del proprietario del circo e gonfio lanciatore di coltelli Orgo (Guy Stockwell). Sempre al fianco di Fenix è il nano Aladin (Jesus Juarez), che agisce come suo assistente e sostegno morale.
La migliore amica di Fenix il piccolo mago è Alma (Faviola Elenka Tapia e, quando è adulta, Sabrina Dennison). Lei è una mima sordomuta, figlia della carnale donna tatuata (Thelma Tixou), che lavora come “bersaglio” per i lanci di coltelli di Orgo.
Una notte in cui Concha è sospesa per i capelli sopra la pista per lo spettacolo, vedendo Orgo accarezzare con libidine la Donna Tatuata, e urlando a chi la tiene su di riportarla a terra, una volta fatta scendere Concha li sorprende a letto e getta dell’acido sulla fava di Orga. Muggito suo di dolore suo, il quale poi afferra Concha, e dopo averla immobilizzata sulla ruota del lancio dei coltelli, con due potenti colpi degli stessi, le taglia entrambe le braccia.
Poi con uno degli stessi, Orga si uccide tagliandosi la gola, avendo l’acido reso la sua fava ben poco interessante, per le donne tatuate e non.
La mutilazione di Concha è una crudele ironia: lei è anche la leader di un culto di donne che adorano una santa vergine le cui braccia sono state tagliate da due stupratori. La loro chiesa contiene una pozza di sangue, non c’è dubbio che suggerisca fluido mestruale (il nome di Concha è in slang messicano la vulva, 740 turbodiesel o GTI che sia), e i suoi membri indossano tuniche con incrociate, braccia mozzate. Quando arrivano le autorità con l’ordine di demolire la chiesa, vi è uno scontro tra le donne e la polizia, e poi uno scambio di urla tra Concha e il monsignore locale, l’arcivescovo di Città del Messico, lei urla che la vasca contiene il sangue santo della martire, l’arcivescovo che rispondendogli, urla che si tratta –come è- solamente di vernice rossa.
Il bulldozer rivela la costruzione sciancata della chiesa, per lo più fatta di lamiera ondulata e che forse rispecchia il budget limitato del film. Se tuttavia per Jodorowsky i fondi sono stati quasi sempre limitati, così non è stato altrettanto per il suo immaginario e la sua immaginazione, che soprattutto qui, sono sempre senza limiti.
E in “Santa Sangre” questo è stato perseguito con energie quasi diaboliche. Si consideri la scena in cui l’elefante del circo muore dopo una vasta emorragia dalla proboscide. Nella grandissima, di grande stile e bellezza, triste e al contempo stesso ludica, sequenza del funerale dell’elefante per le vie di Città del Messico, l’enorme catafalco-bara contenente il grande animale è trainato da un autocarro fino ad un burrone e una volta capovolto sopra il bordo -per la gioia dei miseri e imbiancanti dal fango abitanti di un’immensa baraccopoli, che squarciano il grande sarcofago pesantemente rotolato al ralenty nella discarica in fondo al burrone, ne aprono la bara e gettano pezzi tagliati di carne sanguinolenta alla folla affamata.
Truccati e imbiancati dalla polvere come detto, in sembianze tali che ricordano moltissimo il lunare pallore cadaverico degli zombi romeriani de “La Notte dei morti viventi”. Un’immagine questa, che fa parte intangibile di una delle sequenze più grandi dell’intero cinema della decade degli anni’80, logica e al contempo illogica, irrazionale, assurda, patetica, e sublimemente originale.
Il tutto, realizzato da Jodorowsky in una sola giornata di lavoro, una.
Tornato a lavorare a circa sessant’anni nel 1989, dopo 15 anni dal capolavoro surrealista “La Montagna sacra”(1974), e come detto a dieci dallo sfortunatissimo “Tusk (Zanna)”(1979), Jodorowsky è sempre stato un uomo leggendario dai molti mestieri. Nato in Cile nel 1929, ha vissuto quasi tutta la sua vita da esule apolide a Parigi, e in parte, negli anni ’70 e ’80 in Messico, ha lavorato e parla benissimo in inglese, una delle sue tante lingue parlate e conosciute da vero poliglotta, inglese che è anche la lingua in cui venne girato “Santa Sangre”, un’inglese abbastanza stranamente imperfetto, stranezza del doppiaggio che si aggiunge alla qualità inquietante del film.
Jodorowsky nella sua vita si è accostato un po’a tutte le arti, è stato un clown e un burattinaio, ha studiato ed è divenuto il braccio destro, principale collaboratore e creativo di Marcel Marceau per tanti anni, ha realizzato una versione mimata e giocosa di un classico di Thomas Mann, (per sua stessa dichiarazione nella recente intervista suddetta, contenuta nel dvd di “Santa Sangre” della nuova Collector’s Edition della Shriek Show), il suo scrittore preferito, era un amico dei surrealisti di Arrabal, e fondatore a Parigi con Rolànd Topòr del famoso Grupo Pànico composto degli stessi tre. Oltre ad essere, nelle sue stesse parole, un “famoso comic-stripes man”, ovvero detta all’americana, autore di graphic novel in collaborazione con il leggendario disegnatore Moebius, diventate leggendari.
Ed è anche l’autore di due dei film più meritevoli dello status di cult anch’essi leggendari e inimitabili, del quale culto sono ammantati, il western psichedelico e ultraviolento “El Topo”(1970), e il già citato famosissimo “La Montagna sacra”(The Holy Mountain)(1974), che furono tanto ammirati anche da John Lennon.
Tanto che, Lennon chiese al suo manager Allen Klein (mitizzato manager anche dei Beatles), di comprarli e distribuirli per il mondo.
Condannando questi due capolavori all’invisibilità per quasi due decenni, almeno fino agli anni’90.
Perché dopo che il dittico di Jodorowsky diventò un fenomenale successo mondiale, Klein riuscì a farli praticamente sparire dalla distribuzione. Come ebbe a dire Jodorowsky in un’intervista del 1989 all’uscita di “Santa Sangre”: “Klein gli ha fatti sparire. Sta aspettando che io muoia, e poi ha intenzione di rimetterli in circolazione e fare una fortuna. Lui pensa di essere immortale, ma se muore prima lui, io ho i miei film indietro”.
Klein morì nel giugno del 2009, ma i film erano comunque già da diversi anni tornati disponibili anche per merito dei dvd, e dell’infinita library offerta dalle sconfinate possibilità offerte dalla rete.
Và aggiunto che la visionarietà dell’universo mentale e immaginifico di Jodorowsky deve certamente molto ai surrealisti, ma ancora di più agli stravaganti film che Luis Bunuel realizzò proprio in Messico in quel suo periodo d’”esilio” tra gli anni cinquanta e i sessanta.
Film che mostrano dei personaggi di uomini ossessionati dalle loro follie e mostrandoci tranquillamente anche i dettagli dei loro feticci.
Fenix, il protagonista del film e decisamente eroe/anti-eroe di Jodorowsky, è letteralmente questo, un bambino poi un uomo, il cui mondo viene definito esclusivamente in base alle sue ossessioni.
Tutto naturalmente scatenato dall’aver assistito a 8 anni all’assassinio di sua madre e al suicidio di suo padre, e infatti quando si apre il film è in un manicomio, arroccato in cima a un tronco d’albero come Matthew Modine in “Birdy –Le Lai della libertà”(Birdy)(G.B.’85)di Alan Parker. Quando “ritorna” al mondo, è per diventare le braccia e le mani della madre ancora viva nella sua mente sconvolta.
Egli cammina dietro di lei, gli scivola tra le braccia attraverso le maniche delle sue vesti ed è come se si “nutrisse” della sua presenza, suona il pianoforte come se lo suonasse lei, e così anche per i gesti, le carezze e perfino per il suo corpo come se fosse lei.
Axel Jodorowsky e Blanca Guerra riescono a fare il tutto con un tempismo perfetto, tanto che le mani sembrano precedere i pensieri sui movimenti da compiere successivamente, della madre.
Ma Fenix in pratica non ha identità se non come il suo “strumento”, ovvero le braccia e le mani, per questo è anche così forte il suo rifarsi al mito dell’”immagine” di Claude Rains in “The Invisible Man”.
La prima metà del film è piena di esuberanza felliniana, che celebra il circo con il suo fascino volgare e i suoi clown tristi. La seconda metà è cupa e inquietante, come nella fantastica sequenza in cui Fenix e quattro suoi giovani compagni down internati nella clinica come lui, vengono portati in gita a vedere un film al cinema(guarda caso il bel “Le Avventure di Robinson Crusoe”(Robinson Crusoe) (Usa/Messico ’54) di Luis Bunuel, con Dan O’Herlihy (Conal Cochran di “Halloween III: Season of the Witch”[‘82]di Tommy Lee Wallace, e Bernie Hamilton (Cpt. Harold Dobey di “Starsky & Hutch”!), mentre invece finiscono (non infelicemente) a tirare cocaina e a girare il quartiere a luci rosse.
Fenix si sposta alla fine con la madre in una casa dove dall’architettura, alle scenografie agli “arredamenti”, è tutto connotato dalle pazzesche simmetrie e prospettive, per nessun motivo apparente, se non perché così si evochi ovunque l’espressionismo. Ed è in questo luogo che ha inizio la rivolta di Fenix. Come se fossero quelle di sua madre, usando gelosamente le proprie mani per uccidere una donna dopo l’altra, alla fine si imbatte in una gigantesca e muscolosissima lottatrice di catch mascherato, tipicamente messicano, che sarà in grado pensa, di neutralizzare comunque ogni suo attacco.
Questa ciclopica erinni è ovviamente un uomo travestito, ma il film non fa alcun avviso di questo fatto, e infatti molte stranezze vengono fatte passare all’apparenza inosservate, tra le colombe onnipresenti come un marchio di fabbrica alla John Woo, e le capacità della Donna tatuata, il nano e la ragazza sordomuta a concretizzarsi nella vita di Fenix quando e come lui ne abbia bisogno.
Tutto è finalmente chiaro alla fine, rivelandoci come e quanto, -senza nemmeno paura per l’impegantiva sfida-, Jodorowsky abbia sposato il realismo magico a Freud, in un film che è come un grido contro il mammismo, eccezionale e d’obbligo in un paese assolutamente non liberato da questo, come l’Italia.
Come detto, in omaggio ai famosi film horror messicani con i lottatori, “Santa Sangre” include una sequenza con i lottatori mascherati e una “superdonna” chiamata La Santa.
Il progetto del film venne lanciato quando Alejandro Jodorowsky fu incaricato di scrivere e dirigere un film basato sulla vita reale del famosissimo criminale messicano e serial killer di donne, poi scrittore, personaggio pubblico e giornalista di successo, di nome Gregorio Cardenas.
Alejandro Jodorowsky fece interpretare a due dei suoi figli, Adan, e Axel, la parte del protagonista Fenix in età diverse, a 8 e dai ca. 20 in poi.
La frase pronunciata da Fenix durante la morte dell’elefante, “L’elefante sta piangendo” nella traduzione letterale italiana, fu usata come frase di apertura di “What’s up with Us”, una canzone di Eddie Murphy e Michael Jackson.
Un terzo figlio di Jodorowsky, Teo, che interpreta nel film la parte di un pappone di orride mignotte grassocce e gran spacciatore di cocaina, morì in un incidente pochi anni dopo il film. Come si evince dalle sue parole sopra di lui e dalla sua fortissima prostrazione a parlarne da parte del padre che nella già citata intervista del recente dvd americano del film, confessa di non aver più potuto reggere per tutti questi anni fino ad ora allo schianto di poter rivedere “Santa Sangre” per il dolore provocatogli dalla tragica morte del figlio, attore nel film, è stato un evento che ha spezzato più di qualunque altro Jodorowsky, nella sua pur tribolatissima vita soprattutto dal punto di vista economico, e che ha contribuito non poco alla sua apparentemente definitiva lontananza dalla realizzazione di altri film, almeno fino a pochi mesi fa, e al –pare- finalmente in pre-produzione “King Shot”, con protagonista l’amico e sodale ormai da tanti anni Marilyn Manson, ma anche Nick Nolte e Santiago Segura (se così alla fine davvero sarà, cast comunque fantastico).
Il film venne realizzato principalmente e meritoriamente -per stesso ingegno e merito sempre riconosciutogli dallo stesso Jodorowsky-, grazie all’interessamento e all’impegno a trovare i capitali e i finanziatori necessari, di Claudio Argento, l’inseparabile e di lunga esperienza, produttore di tutti i film del fratello Dario.
Unica richiesta pratica di Claudio Argento a Jodorowsky, fu quella di realizzare dalla sceneggiatura del fido Roberto Leoni un film in cui però venissero crudelmente e brutalmente assassinate con armi sanguinose, almeno sei o sette donne.
Come era abitudine per la “vendibilità” dei film del fratello. Fu accontentato, come è evidente oltremodo nella gorissima sequenza dell’omicidio della Donna tatuata. Che è anche insieme un po’ un omaggio citazione agli inventivi e complessi omicidi di personaggi femminili, chèf d’ouvre dei giallo-thriller-horror argentiani.
“Santa Sangre” vinse un prestigioso Saturn Award, dell’Accademia di Fiction Fantasy & horror Films Science, USA, per la Miglior Performance di un Attore Giovane a Adan Jodorowsky.
Oltre che a essere candidato per il Miglioe attore a Axel Jodorowsky, Miglior attrice a Blanca Guerra, Miglior Regista a Alejandro Jodorowsky, e come Miglior Film Horror, Miglior Musica (bellissima) a Simon Boswell, Miglior Performance di un Attore Giovane a Faviola Elenka Tapia.
[Da Wiki:] Nella scena del teatro, Axel Jodorowsky ricrea, almeno in parte, uno spettacolo del mimo francese Marcel Marceau, “La Creazione del mondo”, una rilettura dei primi due capitoli del libro della Genesi in forma di pantomima. Jodorowsky e suo figlio come detto hanno lavorato per anni con Marceau.
Napoleone Wilson
n.d.r.: senza con questo rovinare la strepitosa recensione di Napoleone, lancio a tutti una domanda. Secondo voi, sulla base dei frame scelti, come possiamo psico-profilare robydick?
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