Negli ultimi sette giorni mater et labora è tornata a Roma, ha disfatto i bagagli e rifatto i bagagli, ha passato tre ore su una macchina e sei su un traghetto e si è fatta guidare dal santuomo in Sardegna dove ad attenderli c’erano gli amichetti italiani che vivono a Parigi oltre che numerosi amici sardi locals.
Sei giorni in Sardegna. Elenco di cose più o meno importanti sparse e confuse.
1) Siamo all’inizio della settimana di mare (che lo so che fa vergogna:)), l’Inuit sembra figlio di una famiglia di pescatori, ritornare alla civiltà, ai vestiti e alle scarpe sarà piuttosto difficile.
2) E’ la prima volta che vengo in Sardegna in estate per vacanze, le altre volte ci sono sempre venuta per lavoro e in altre stagioni. Gente meravigliosa, un Sud ma ancora più intenso. Il mare ovviamente è pura follia caraibica con delle sfumature di verde sulla sabbia bianca da far impallidire Cancun.
3) A proposito di Cancun, prima di partire per la Sardegna abbiamo salutato la nostra fantastica au pair messicana che è partita per nuove avventure. L’Inuit non è sembrato accorgersene. Oddio cosa gira nella sua testa non si può sapere ma nominarla non l’ha nominata.
4) Con i nostri amici c’è anche il loro piccolo duenne bilingue francese italiano. Il risultato che è un miscuglio di lingue, espressioni, urla, giochi e pianti in tre lingue diverse è esilarante. I due sembrano capirsi bene, anche se non passano per l’italiano. Il fenomeno si presterebbe all’osservazioni sugli studi del bilinguismo se non fosse che quando si capisce che cosa vogliono è bene intervenire
5) Ci siamo abituati subito alla spiaggia affollata dove cercare un angolo per il nostro telo col sole gigante non è facilissimo. Però stare pressati in mezzo alla gente è una sensazione che anche è piacevole, se la gente intorno lo è. E per ora i villeggianti attorno a noi sono stati piacevoli. Lombardi ma non bauscia, toscani dall’accento forte che quando i bambini litigano per il secchiello intimano “Ginevra…giocate a modino”, sardi di città che si spostano sulla costa per l’estate.
6) Molta vita sociale che gli amici sardi ci scarrozzano a destra e a manca a vedere questo e quell’altro. Che noi abituati a Roma ad andare a piedi ovunque, a far venti chilometri per andare a mangiare o a vedere una spiaggia o a fare un aperitivo ci sembra una follia. Però è vero alla fine vale sempre la pena.