Ma quant'è bella quest'isola!!!La
Sardegna vista dal mare è una terra granitica, dilavata dall'acqua e modellata dal vento.I colori ancora accesi del primo giorno d'inverno ci accolgono in porto insieme al sorriso amico di Francesco Gambella: ci offre la colazione, ci riempie di regalini Acsi (compresa una graditissima carta del territorio) e ci intrattiene per oltre un'ora con chiacchiere allegre e propositive... nell'entusiasmo dell'incontro, però, dimentichiamo la foto ricordo di rito: peccato!Prendiamo il mare dopo pranzo, verso le due di pomeriggio, perché mentre divoriamo panini imbottiti ed uova sode avanzate dalla traversata in traghetto, mi ricordo di aver dimenticato una cosa importantissima: le scarpe! I mie fidati scarponcini da montagna, imbottiti, caldi e antisdrucciolo... porc@₩¿☆$Mi precipito al vicino ipermercato e temo di dovermi accontentare di un paio di pantofole verdi degli Antenati (l'unica alternativa passabile alle ciabattine della Sirenetta coi fiocchettini rosa) quando scovo un fondo di magazzino che vagamente assomiglia a delle Croc: numero 44! Andata: le compro, esco trionfante dal negozio e mentre torno ai kayak, sotto il sole sardo che innalza la temperatura a 18ºC (wow!), mi rendo conto che il colore è di gran lunga peggiore della migliore tonalità di votimo biliare... porc@₩¿☆$Vabbe', partiamo: usciamo dal golfo di Olbia accompagnati da una brezza contraria di SE a 10 nodi, che increspa appena le acque tranquille intorno al bel faro bianco dell'Isola di Bocca e che contrasta il nostro lento incedere, ancor più lento del solito per il sovraccarico di attrezzatura invernale e di leccornie varie.Dopo meno di tre ore scorgiamo una caletta di una bellezza stupefacente, incastonata tra gli scogli di granito rosa, incoronata dalla macchia fitta e profumata di liquirizia ed abbastanza ampia da contenere la nostra tenda condominiale, la più adatta ai viaggi inernali.La montiamo subito dopo aver steso le mute sotto un ginepro coccolone e lottiamo contro l'umidità che imperturbabile ricopre ogni cosa: ma vince lei.Si, perché esplode un paletto della tenda... porc@₩¿☆$Non lo credevo possibile: neanche il racconto dettagliato e verosimile di un amico incappato nella stessa disavventura mi aveva persuaso che paletti così, nuovi e di alluminio, potessero spezzarsi con un rumore sordo da lasciarti tramortito, come quando buchi le gomme dell'auto o scoppia la ruota del carrellino per trasportare i kayak (altra esperienza pure poco piacevole)... insomma, dover usare uno dei quattro paletti di scorta sin dalla prima sera di campegio nautico non ci rallegra per niente, ma recuperiamo il buon umore col minestrone caldo di verdure miste e pastina fantasia che Mauro cucina col suo solito estro culinario...Dall'abside della tenda finalmente riparata scorgiamo le luci lontane della cittadina di Golfo Aranci ed una stellata perfetta che riempie il cielo e gli occhi.Non ricordavo quanto fosse bello addormentarsi col gorgoglio del mare a pochi passi, quanto fosse incredibile passeggiare sulla battigia nel buio quasi totale, quanto divertente fosse giocare con le nuvolette di fumo che escono ad ogni parola e si rincorrono veloci alla prima risata... specie quella che scatta dirompente sotto il cartello della zona riservata alle cure elioterapiche quando Mauro sbotta: "Troppe parole, chi mai leggerà un cartello co' tutte 'ste parole"! Memorabile!La costelazione della Croce del Nord veglia sui due kayak e noi siamo quasi vicini alla felicità (fate leggere questo post a mio padre, ve ne prego: capirà forse che non sono del tutto pazza!!!)...