E’ sbagliato e controproducente parlare di “macchina del fango” sempre e comunque, con il rischio di far perdere nel tempo tutta la forza evocativa del significato originario della parola. Né tanto meno si dovrebbe usare questa locuzione indifferentemente sia per trattamenti tendenziosi ma sostanzialmente veri (insomma, come sinonimo generico di “attacco”, per quanto insistente) che per ricostruzioni o tesi palesemente false.
La premessa è d’obbligo analizzando quanto avvenuto nelle ultime 48 ore a seguito della chiacchieratissima conferenza stampa dopo il vertice sulla crisi del Consiglio d’Europa: in sala stampa, alla presenza della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy, una giornalista chiede ai due capi di governo se il premier italiano Silvio Berlusconi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà l’Italia per uscire dalla situazione attuale e se c’è ancora la fiducia di Francia e Germania nel primo ministro italiano. Questo il risultato:
Uno sguardo di reciproca intesa, le risate dell’intera sala stampa, il sorrisino sulla faccia del presidente francese e dopo qualche secondo la risposta – piuttosto imbarazzata – di Sarkozy, che nella breve replica non cita mai direttamente il Presidente del Consiglio: “Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche”, si limita a dire per evitare danni maggiori.
Apriti cielo: dopo le reazioni di mezzo governo, della stessa opposizione e del capo dello Stato Napolitano sull’onore offeso dell’Italia arriva anche la “riscossa patriottica” guidata dai quotidiani di centro-destra, che all’indomani dell’episodio sparano a zero sul presidente francese. “Dieci motivi per ridere di Sarkò“, titola in prima pagina Libero, che sfoga così la rabbia covata per tutto il lunedì (quando il quotidiano milanese non esce per scelta editoriale) contro quello che arriva a definire “L’ubriacone dell’Eliseo“, come fosse un qualsiasi tabloid d’oltremanica.
Contro il presidente transalpino, peraltro, il giornale diretto da Maurizio Belpietro si era già “scaldato” sul proprio sito web, dove lunedì sono apparsi in sequenza numerosi articoli per delegittimare in qualche modo la credibilità internazionale del marito di Carla Bruni. Prova ne è lo stillicidio di link pubblicati sulla pagina Facebook durante tutto l’arco della giornata. Cliccare per credere: “Il buffone Sarkò non può dare lezione a nessuno“, “Gli scheletri nell’armadio dell’Eliseo”, “Tutte le gaffes di monsieur Nicolas” e via dicendo. Insomma: chi tocca Berlusconi non la passa liscia, almeno dalle parti di via Majno.