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Sarò italiano(*) ma ho radici diverse

Da Angelo @shinmazinger
Sarò italiano(*) ma ho radici diverse

Esempio di sciocchezze che gira sui Social Network

Come ogni anno va in scena l’inutile, stucchevole e patetica pantomima conservatrice italiota contro i festeggiamenti di Halloween.  Sì perché questa è la Notte delle Streghe, come recita il pessimo sottotitolo italiano di John Carpenter’s Halloween, la notte delle zucche, la notte di dolcetto o scherzetto e poco importa se già domenica scorsa, in tutti i sermoni pronunciati sugli altari delle chiese, è stato intimato ai fedeli di seguire la retta via e non abbracciare insulsi riti pagani: c’è poco che possiate fare, travestirsi da zombie e andare a fare la questua nel condominio, per un bambino di cinque anni, sarà sempre troppo divertente per potervi rinunciare, quasi quanto per un genitore accompagnarlo nella sua avventura.

Peggio delle disquisizioni religiose sulla Festa di Halloween, però, ci sono  quelle pseudo-culturali. Beh, non lo sapete? Halloween non affonda le radici nelle nostre sane e italiche tradizioni. Ora, si potrebbe replicare in mille modi a questa stronzata affermazione ricordando per esempio l’eterogeneità socio-culturale del Paese dei Campanili o facendo presente che se Halloween si festeggia proprio negli stessi giorni di Ognissanti ci sarà forse un motivo legato, che ne so, al susseguirsi delle stagioni o all’andamento dei raccolti; tuttavia voglio ribattere a tutte le questioni sulle commistioni culturali con un sacrosanto: chi se ne frega!

Sarò italiano(*) ma ho radici diverse
No, perché io da quando avevo 5 anni ho guardato in TV telefilm americani dove si festeggiava questa mitica notte (sì lo so, anche questo è colpa del Nano munito di ausili idraulici)e Halloween  la sento mia quanto il Natale con la differenza che ad un ciccione vestito di rosso preferisco mille volte uno zombie, una strega o un vampiro, se non altro perché questo aiuta ad esorcizzare le paure. Fosse per me mangerei pure tacchino ripieno il Giorno del Ringraziamento guardando il Super Bowl, altro che dar retta a questi fighetti  delle tradizioni.

Non mi rompete le scatole, dunque, perché io festeggio quel che mi pare e se si tratta di una festa consumistica la festeggio ancora con meno sensi di colpi, almeno, mi dico, faccio girare l’economia. Così oggi mio figlio si è svegliato presto ed euforico sapendo che quello che lo aspettava era un giorno di festa e così è stato, per lui come per me.

P.S. E’ una vergogna che  una giornata così importante non sia stata festeggiata dalle TV generaliste con un palinsesto a tema e con delle rassegne di film horror.

(*) non è colpa mia


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