Magazine Attualità

Sars in Medio Oriente. 139 casi, 60 morti

Creato il 30 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Sars

Photo credit: Wajahat Mahmood / Foter.com / CC BY-SA

Sono ormai trascorsi più di dieci anni, da quando il Prof. Carlo Urbani studiò per la prima volta la «sindrome respiratoria acuta grave». Oggi si sta diffondendo una nuova forma di Sars in Medio Oriente e l’epidemia ha già mietuto ben 60 morti tra i 139 casi finora registrati. Su questa nuova forma infettiva ed epidemica si interrogheranno domani 58 specialisti della Società Italia di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) presso il Centro Congressi San Raffaele di Milano. Come ha voluto precisare lo stesso presidente nazionale della Simit, il Prof. Orlando Armignacco: «Il nostro obiettivo è quello di comunicare al pubblico e ai nostri soci le novità nel campo della diagnostica e della terapia delle patologie infettive, con uno sguardo ancora più ampio verso la multidisciplinarietà della conoscenza». Durante il congresso, ha sottolineato in seguito il Prof. Armignacco, si tratterà il tema dei nuovi farmaci per il virus dell’epatite C. Si parla appunto di un nuovo traguardo, che vede entusiasti la categoria dei medici. Oggi sono dunque trascorsi ben dieci anni anni dal giorno in cui l‘Oms parlò della Sars come di una minaccia globale. Era l’ormai lontano 2003. A quell’epoca il focolaio originario della «polmonite atipica» fu la Cina meridionale, ovvero la regione del Guangdong. Da quell’area, poi, l’epidemia si espanse presto in tutto il mondo attraverso gli spostamenti aerei. Grazie agli studi del Prof. Urbani, che morì poi nel marzo di quell’anno, e della comunità scientifica, fu possibile identificare l’agente causale e formulare test diagnostici. Si lavorò dunque per l’isolamento precoce dei malati e la relativa quarantena. Queste operazioni permisero appunto di arginare la portata virale dell’epidemia. L’Oms parlò così di 8.096 casi e una mortalità di poco superiore al 10%. Ma in questi ultimi mesi si sta diffondendo in Medio Oriente un misterioso ceppo di coronavirus. Alcuni parlano già di una pericolosità ben superiore alla Sars. Stando a chi ha effettuato i primi rilevamenti, il virus sarebbe capace di infettare diverse specie animali, fino all’uomo. Inoltre, il timore che possa nel suo sviluppo mutare è piuttosto elevato. Nel confronto tra questo nuovo virus e la Sars del 2003, se la Sars determinò decessi intorno al 10-11%, per questo nuovo virus si parla addirittura di una percentuale intorno al 56%. La diffusione del virus è la medesima per tutti i coronavirus, ovvero la trasmissione attraverso i fluidi corporei (tosse starnuti). Secondo le prime previsioni, il virus potrebbe essere particolarmente pericoloso, e si prevede già un’eventuale pandemia, dal momento che è capace di uccidere con rapidità le cellule e infettare più organi. Ecco la riflessione del direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Irccs San Raffaele di Milano, il Prof. Adriano Lazzarin: «Dieci anni dopo, l’attualità ci mette di fronte ad una nuova possibile minaccia, anche se per ora di portata molto limitata, costituita dall’emergenza di un nuovo coronavirus diverso da quello della Sars in alcuni Paesi del Medio Oriente. I casi per ora sono pochi. Sino ad oggi si contano 139 casi di MERS-CoV. 60 i morti».


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :