Le vacanze al mare sono finite un giorno prima, rispetto al previsto, ma proseguono nella pace della mia casa. Ogni tanto è piacevole starsene tra le proprie stanze senza l’obbligo di fare mille altre cose fuori. L’occasione l’avrei, perché l’azienda ha riaperto oggi, però quest’anno ho cancellato gli scrupoli, in accordo con l’io, il super io e tutte le altre voci che convivono in me perché si profilano quattro durissimi mesi fino alle prossime vacanze e devo raccogliere tutta l’energia possibile, attraverso un paio di giorni di assoluta calma, dedicati a cucinare, scrivere, dormire e aspettare che si asciughi il bucato sotto la tenda da sole aperta per proteggerlo dai continui piovaschi. Sulla costa è rimasto mio padre, un po’ annoiato, che ha voglia di rincasare. Pensionati inquieti, ignari del fatto che nelle grotte di Frasassi si stava quasi meglio che qui, in fatto di clima.
Sabato sera ho festeggiato la conclusione delle vacanze con una cena a base di pesce e una grande sfida a pincanello, altrimenti detto calcio balilla: naturalmente non sono capace di giocare, però mi è sembrato di tornare bambina. Sono talmente bambina che dopo aver fatto scene epiche ogni volta che segnavo un goal, poi sono anche corsa su youtube per vedere che trucchi esistono e adesso sto pianificando un modo di allenarmi per le prossime volte.
Ancora prima dell’alba, domenica, verso le quattro, ho fatto una partenza così intelligente che neppure Einstein, così all’ora di colazione ero di nuovo tra le zolle della pianura bresciana. Il mio lago era bellissimo, tutto azzurro di acqua e bianco di vele. E il golfino è stata la prima cosa che ho tirato fuori dall’armadio. La voglia di tornare al lavoro invece è ancora al largo. Molto al largo.