Sono queste le storie che farebbero la gioia di qualsiasi storyteller.
Alzi la mano chi l'aveva immaginato così bene: neanche un cinquestellato con la sua pizza proletaria, o un qualsiasi Alfano col black blocker testimonial della Rolex, neanche un modesto Salvini (per dire) col suo abbaiare ai rom con la Mercedes.
Dai, se l'avessi scritto per la Settimana Corta sarebbe stato fantascienza.
Riepiloghiamo, con le stringhe (thread) come i social media cosi (manager, editor, content writer) che sanno come si fa:
- protagonista: un super manager di un'azienda (quasi) pubblica
- la suddetta azienda è delle Ferrovie - ossia quei carrozzoni che evocano Prime Repubbliche e lingotti nel pouf a fronte di pendolari stretti come acciughe in container maleodoranti per gran parte dell'anno
- le ferrovie in questione sono le Ferrovie Nord (quindi neanche Satana-Trenitalia, che prima o poi ti ci rassegni, se no finisce che dai fuoco a un treno)
- contesto: la crisi si percepisce così tanto che persino Marchionne è passato dal cachemire al cotone pettinato (ma forse è l'estate)
- il suddetto super manager usa la carta aziendale come se non ci fosse limite al peggio: ci paga persino le scommesse sportive (che tu dici: ma lo beccano! Appunto)
- l'espressione "pagata con i soldi dei pendolari lombardi" è una caciarata da pentastellati ma rende l'idea, no?
- eppure, è già straricco: possiede così tanta roba che sulla libreria i Malavoglia pigliano fuoco per autocombustione e Paperone si suicida con tutti i Bassotti
- ha sedicenti società poco chiare a Londra che fanno bisiness non si sa come (e qui già ti vedi l'Ispettore Ginko guardare Montalbano e scuotere la testa: senti, basta, abbiamo chiuso, molliamo tutto e apriamo una bocciofila a Poasco)
- come non bastasse questo, ci ha due figli che gli mangiano un patrimonio al mese: uno di questi posta su facebook orologi da milioni e persino un selfie con una testa del Duce
- aspetta, ferma un attimo: del Duce! Cazzo, questo ha in casa una testa di Duce! E si fa anche il selfie!
- ma attenzione, non finisce qui: il Nostro, visti i danni che gli fanno i figli, cosa fa? Si pente! Chiede il controllo sulle spese e, occhio la svolta alla Scorsese, comincia a restituire qualcosina...
- ma la chicca, il tocco di classe che solo quel gran figlio di puttana che è il Destino può tirare fuori, è il riconoscimento (Benedizione Apostolica) che gli concede persino papa Francesco (Francesco! Dai, quello che ci piace! Quello della "fine del mondo", della povertà, della Chiesa in strada, la simpatia nell'accento e il telefonino sempre pronto per una parola di conforto!), finito su facebook grazie al figlio sborone:
- pensate che sia finita? No, no. Ci mancherebbe che tale figlio, stante la situazione, abbia anche un incarico pubblico... - ed eccolo, con le parole de L'Espresso (da cui ho tratto ispirazione anche per il resto), con cui chiudo, lasciandovi nella meraviglia:
L'informazione arriva dalla sua “scheda per la trasparenza” pubblicata sul sito web del Comune di Milano. Già, perché il figlio del manager ed ex assessore di Forza Italia Norberto Achille ha anche un incarico pubblico: siede nel collegio dei revisori della Fondazione Milano , l'ente che coordina l'attività culturale ed educativa delle scuole civiche di musica, cinema e teatro. È stato nominato il primo marzo del 2012 e lì resterà fino all'aprile del 2016, percependo un gettone di 41 euro a presenza e un fisso di 5mila euro.