Davide Boni (Lega Nord) è indagato per corruzione dalla procura di Milano. Tangenti per un milione di euro.
Scandalo Boni: il presidente del consiglio regionale lombardo, è indagato per corruzione dalla Procura di Milano.
L’accusa parla di tangenti per un milione di euro versate tra il 2008 e il 2010. Il denaro sarebbe stato in parte utilizzato per finanziare direttamente la Lega Nord. Il reato di corruzione risalirebbe a quando l’esponente del Carroccio faceva parte della giunta di Roberto Formigoni come assessore con delega all’Urbanistica; Davide Boni lasciò tale incarico dopo le elezioni del 2010 per ricoprire quello attuale.
A partire dalle intercettazione e dalle dichiarazioni di alcuni indagati, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il pm Paolo Filippini hanno ricostruito la vicenda individuando un flusso di denaro versato dagli imprenditori per ottenere, in particolare, facilitazioni nella realizzazione di centri commerciali nell’hinterland milanese.
Gli altri indagati dalla procura sono: il capo della sua segreteria, Dario Ghezzi, l’immobiliarista Luigi Zunino , il consigliere provinciale leghista Marco Paoletti, l’ex sindaco di Cassano d’Adda Edoardo Sala, l’architetto Michele Ugliola e suo cognato Gilberto Leuci. In particolare, secondo la procura, Davide Boni e Dario Ghezzi “utilizzavano gli uffici pubblici della Regione come luogo d’incontro per raggiungere accordi o per la consegna dei soldi”.
Boni ha prontamente dichiarato la sua estraneità e si è reso disponibile a chiarire la sua posizione agli organi giudiziari. Inoltre ha postato su Facebook un messaggio di ringraziamento a chi gli ha inviato messaggi di solidarietà in cui si legge: “Vi ringrazio tutti appena posso vi rispondo ad uno ad uno in posta, buona serata, io non mi arrendo have a nice evening..”.
Esponenti politici del Pd, Idv, Udc, Sel chiedono le dimissioni di Boni e nuove elezioni.
La Lega auspica un chiarimento. Il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha espresso la sua solidarietà verso Boni e ha lasciato piena libertà di valutazione circa le eventuali dimissioni dalla presidenza del consiglio regionale. Nel caso in cui le accuse si rivelassero vere la regione Lombardia si costituirà parte civile.