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scatola vuota

Creato il 04 aprile 2011 da Ducdauge @ducdauge

Quasi sempre scelgo il titolo di un pezzo o di un racconto dopo aver scritto, corretto e riscritto. Poche sono infatti le volte in cui tutto “ha inizio dal titolo”. Poche ma intense volte. Il titolo è un po’ il tutto. Il tutto sotto mentite spoglie. Perché un titolo è un “gran titolo” quando riesce a racchiudere in sé tutto quello che l’autore vuole dire senza svelare troppo. E proprio per questo che raramente il primo titolo che mi viene in mente, alla fine risulta essere quello giusto. 

In un titolo si deve far combaciare la propria idea, la propria storia con quello che si aspettano gli altri: un titolo è fondamentalmente un punto d’incontro tra  punti di vista diversi. Quello dell’autore e quello del lettore. Tante strade che si incontrano ad un incrocio casuale e d’improvviso si decide di proseguire per la stessa via: "Interessante! Vediamo dove vuole portarmi questo tizio!". Marketing allo stato puro? Possibile, ma preferisco pensare che ci sia qualcosa che “vada oltre” in un titolo rispetto ad un banale slogan pubblicitario.

E poi ci sono titoli e titoli: quelli che dicono troppo e quelli che dicono troppo poco. Titoli poco pertinenti, e titoli troppo pertinenti. I titoli devono essere un’indicazione: "pija de qua che te porto in un posto meravijoso!". Anche gli autori si distinguono dai titoli che mettono: ci sono gli ermetici, che preferibilmente usano una lingua straniera, ancor meglio se non è scritta in caratteri latini; quelli che riprendono la frase finale del pezzo o anche quella iniziale, in base alla suspense che si vuole creare, o al grado di pigrizia dell’autore; i minimalisti, disposti a usare anche una sola lettera dell’alfabeto, un punto, una virgola, una faccina e quelli che contrariamente decidono di inserire un titolo lungo un paragrafo. Punti di vista, nessuno vuol criticare nessuno.

Per me un titolo deve essere vuoto: o meglio deve essere una grande scatola vuota che definisce il contorno, i limiti entro i quali il pezzo (o il racconto) si muoverà. Un titolo deve dire e non dire, deve lanciare il sasso ma deve lasciare al lettore il compito di rimboccarsi le maniche e andare alla ricerca del sasso sperduto in chissà quali acque.

E ora che titolo metto a questo pezzo?! Tototitolo…naaah…titoli&titoli, zeru tituli…titoletame…no no no! Ah, ecco ecco…


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