#ScelgoDunqueSono è la rivisitazione moderna del Cogito Ergo Sum che abbiamo, credo, tutti studiato sui libri di latino al liceo. La parola “scelta” è una parola che caratterizza ogni giorno della nostra vita, si sceglie in continuazione, dalla mattina appena svegli quando, in base all’umore, si opta per un caffè o per un tè, per un succo d’arancia o un bicchiere d’acqua , si sceglie se indossare qualcosa di colorato o qualcosa di sobrio e spento, si sceglie se truccarsi o essere acqua e sapone. Si sceglie se andare a lavoro o scappare, se partire per inseguire un sogno o se partire per sfuggire ad una quotidianità vissuta come opprimente. Si sceglie se cambiare lavoro, se tenerselo, se scappare all’estero, se rimettersi a studiare, se accontentarsi o non arrendersi mai.
Si sceglie se indossare una maschera, o essere se stessi, con tutti i pregi e i difetti in bella mostra e alla mercé di tutti. Ma lo scopo della campagna promossa da Lactacyd #ScelgoDunqueSono sulla loro pagina Facebook, ha in realtà la finalità di riempire il wall dei messaggi di tutte le donne che abbiano voglia di raccontare e raccontarsi in poche parole seguendo lo spirito dell’hashtag e caricando una foto in cui fanno l’iconico “Segno della V”.
Chiamata a riflettere su questo argomento, quello della scelta e di quanto una di queste scelte, o tutte, possano determinare quello che sono, mi è subito venuta in mente una cosa, che ho imparato con gli anni e non con poca fatica. Sorridere. Ho iniziato a fare questo lavoro quattro anni fa, appena uscita dai lidi universitari, ancora non pensavo sarebbe diventato il mio lavoro in senso stretto e che il sogno di poter trascorrere gran parte delle mie giornate a scrivere, per lo più di moda, bellezza, design e viaggi (le mie passioni!), si potesse realizzare contando esclusivamente sulle mie forze e sulla determinazione, e invece è andata così. La mia scelta, dunque, è quella di sorridere ogni giorno. Anche quando sono incavolata a morte e vorrei che il mondo sparisse in un buco nero, anche quando le avversità superano le cose belle, anche quando qualcuno ti fa un torto immeritato e ingiustificato, anche quando l’eccessiva competizione ti stressa, anche quando diventa difficile conciliare la vita lavorativa con quella personale, anche quando ti senti strana per l’immagine distonica di donna “in carriera” e casalinga con troppe lavatrici arretrate e una piramide di Cheope di panni da stirare. Ho imparato, a mie spese, quanto si vive meglio distribuendo cordialità e sorrisi, regalando due chiacchiere al vicino di metropolitana annoiato quanto te e bisognoso di caffeina quanto te, lasciando il posto alla vecchina in coda alle Poste e canticchiando sotto voce sulle note dei musicisti di strada del centro. Ho imparato quanto sia bello fare un uso moderato e intelligente della propria ironia, saper fare dello spirito e regalare così la tua voglia di risate anche a chi ha la pazienza di starti accanto. Ho imparato persino a ridere mentre piango, perché ho la fortuna di avere sempre qualcuno che mi consola quando piango e riesce a strapparmi il risolino nel singhiozzo.
Sorrido e mi vengono molte meno rughe di chi sta sempre corrucciato, ad arrabbiarsi contro un mondo, una società e una situazione che oggettivamente sono ripugnanti, ma contro cui infuriarsi non serve a niente. Bisogna affrontare, rimboccarsi le maniche, cadere per poi rialzarsi, procedere di corsa per alcuni tratti e poi fermarsi a riflettere. Scelgo di sorridere, perché purtroppo non è un verbo da dare per scontato.
E voi? Cosa scegliete ogni giorno? Potete raccontarlo con una foto e un piccolo pensiero seguito dall’hashtag #ScelgoDunqueSono sulla Pagina Facebook di Lactacyd Italia, le vostre riflessioni andranno ad aggiungersi alla mia, a quella di altre blogger e naturalmente a quelle di tutte le altre donne che hanno voluto condividere pubblicamente il loro V-Sign.