Evidentemente la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Renato Schifani (non ce la faccia ad abituarmi, scrivere il suo nome accanto alla carica mi dà un senso di repulsione) ha ripassato il suo vecchio libro di diritto costituzionale e finalmente ci ha illuminati affermando che Fini non è sfiduciabile (ma va’?) e l’ultima parola sulle elezioni spetta al Capo dello Stato (ma dai?).
Ma il suo “datore di lavoro” e i suoi degni compari fino a ieri sbraitavano contro il Presidente della Camera e invocavano le elezioni anticipate in forza del diritto acquisito con le elezioni di fare un po’ quel che cavolo gli pare anche in barba alla Costituzione. Che cos’è accaduto ora?
Mi pare chiaro che qualcuno deve aver fatto i conti. In caso di elezioni anticipate con questo sistema elettorale consegneremmo il Paese alla Lega. Berlusconi, nella migliore delle ipotesi, farebbe da galoppino a Bossi ed esiste il rischio concreto di avere due maggioranze diverse nei due rami del Parlamento.
Berlusconi da solo non ci arriva ma ci sarà pur qualcuno che capisce qualcosa di politica in quel disgraziato partito. E quel qualcuno deve aver fatto capire al Cavaliere quello che rischiava. Ben inteso, Berlusconi ha imboccato il viale del tramonto, ma può ancora riuscire a salvare qualcosa se va avanti con governo. Altrimenti, anche se in galera non ci andrà mai, rischia grosso.
E allora bisogna rivalutare il figliol prodigo, il traditore Fini, che alla fin fine tutto ‘sto male non è se magari garantisce il voto su qualche questione fondamentale (per il premier, non per il Paese). Solo che il Paese non può più aspettare. Attendiamo di conoscere la finiana intenzione: salverà la capra del premier e il suo cavolo o farà sbranare la capra dal lupo leghista e si terrà bello bello il suo cavolo, magari favorendo il tanto sospirato governo di larghe intese?
Luca Craia
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