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Scilipoti, Giuda e il tradimento

Creato il 15 aprile 2012 da Tnepd

Scilipoti, Giuda e il tradimentoUn vecchio post che scrissi allorché l’oggi arcinoto giullare di corte Scilipoti salì alla ribalta abbandonando l’Italia dei Valori Bollati col compagno di banco Razzi per passare sotto il glande protettivo di Prepuzio Mussoloni. Tutti davano il governo per spacciato. Era il 2010, dicembre, il 14 mi pare, e Mussoloni si salvò. Qui lo prevedemmo con alcuni giorni di anticipo, come al solito.

Duole constatare come alcuni commentatori della blogosfera riescano ancora a prestar credito a clown del calibro di Scilipoti, o Marra e via discorrendo. Per come la vedo io, sono seconde linee riciclate a far da specchietti per le allodole e le adenoidi di chi, per ingenuità o per disperazione, finisce ancora per cascarci. Distraggono, incarnano il rischioso compromesso del “basta che se ne parli” mentre depauperano gli argomenti che toccano già soltanto con la loro presenza. Come si fa a non accorgersene?

Beh, questo lo scrissi prima che Scilipoti diventasse la spalla di Sara Tommasi e giannizzero degli anti-signoraggisti d’accatto, quando era ancora – e soltanto – uno che si era venduto a Mussoloni.

Scilipoti, Giuda e il tradimento

Tonino di Peltro ostenta tranquillità.

Oggi commenta con nonchalance l’emorragia di parlamentari dal suo partito, l’Italia dei Valori Bollati, al cosiddetto gruppo misto.

Il gruppo misto è come una bancarella di modernariato, come una vetrina dei saldi. Quando esci a fare shopping, il primo posto dove guardi è senza dubbio il gruppo misto. Ogni parlamentare vorrebbe stare nel gruppo misto, non solo quelli dell’Italia dei Valori Bollati, perche lì è libero di vendersi a chi gli pare e quando gli pare.

Dicevamo della nonchalance esibita da Tonino di Peltro che, incalzato da un giornalista, commenta così:

Anche nostro signore ogni dodici seguaci imbarcava un traditore.”

D’accordo, sarà anche un modo di dire, perdoniamo Tonino che non è un teologo e di questi tempi sta passando un momentaccio. L’occasione però è ghiotta per spendere due parole sul povero Giuda. Da duemila anni a questa parte per i più (tra cui Tonino) il nome Giuda è sinonimo di traditore. E se invece fosse andata così?

- Vieni, sediamoci su quella pietra.

- Ma con tutte le sedie che ci sono…

- Non insistere, mi va la pietra.

- Vabbuò, se lo dici tu.

- Allora Giuda, voglio che mi tradisci.

- Chiedilo a un altro.

- Lo chiedo al migliore.

- Non cominciare…

- Non dirlo agli altri ma… sei sempre stato il mio preferito.

- Smettila.

- Abbiamo tutti e due il nome che comincia per J.

- Ma per favore…

- Ascolta, lo sai che in un modo o nell’altro devo finire su quella croce. Sta scritto… credo. Il gesto del tradimento serve come metafora, altrimenti non si capisce la morale.

- Ma non la capiscono lo stesso…

- Almeno ci proviamo.

- …

- …

- D’accordo.

- Allora mi tradisci?

- Se insisti… ma poi me lo lasci spiegare agli altri.

- No. Deve rimanere tra me e te.

- Ma porco…

- Giuda!

- Appunto.

Scilipoti, Giuda e il tradimento
Ecco. Ci tenevo a precisare che quel Giuda non aveva nulla a che vedere con ominicchi come i deputati dell’Italia dei Valori Bollati.

Questi ultimi, poveracci, fanno quello per cui sono stati scritturati ma sono degli incapaci, delle comparse di basso profilo. Soprattutto uno, che era stato notato per il cranio liscio come una bomba e poi ingaggiato per fare il sosia di Danny De Vito alle feste in villa. Ora il mezz’uomo si trova al centro della ribalta e non ci è abituato.

Lasciatelo tranquillo, siate comprensivi, ha settant’anni ma è alle prime armi. Pensate alle emozioni che sta vivendo alla sua età. Voi lassù, nel loggione, sempre a criticare. Smettetela di fischiare, ora basta!


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