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Scintille tra Turchia e Siria

Creato il 09 ottobre 2012 da Yleniacitino @yleniacitino

Scintille tra Turchia e Siria

da ragionpolitica.it

La vicenda: si deteriorano sempre di più le relazioni fra la Siria insanguinata da Assad e la Turchia di Erdogan, perenne candidata a un ingresso nell’Unione Europa. Dall’euro alle bombe, in un Paese con un vicino di casa troppo turbolento. Una polveriera, la Siria, le cui detonazioni incessanti hanno toccato persino il suolo turco. Risalgono a qualche giorno fa, infatti, i colpi di mortaio siriani finiti su Akcakale, città di confine che oggi piange la perdita di due donne e tre bambini.

La conseguenza: qualche ora dopo la maggioranza in seno al Parlamento turco approva una legge per consentire al governo di autorizzare azioni militari all’estero (leggasi Siria), in caso di necessità e per un periodo di un anno. Una legge approvata a porte chiuse, in una sessione di emergenza, che, secondo il vice premier Besir Atalay, avrebbe dovuto servire come semplice deterrente. Non un mandato di guerra, dunque, ma un semplice strumento per consentire ai turchi di «agire secondo i propri interessi», spiega Atalay alle tv nazionali.

L’ultima ora: non tarda la rappresaglia turca sul suolo siriano. Una risposta adeguata e proporzionata, secondo Washington. Ma l’escalation preoccupa seriamente: è, infatti, la prima volta, dopo 18 mesi di crisi, che bombe straniere colpiscono obiettivi interni. Il conflitto, dunque, potrebbe estendersi all’intera regione già surriscaldata da tempo. L’artiglieria turca pare che abbia colpito nella notte alcuni stazionamenti dell’esercito siriano nei dintorni di Tel Abyad, provocando 5 morti e 15 feriti.

Le reazioni: invocato dalla Turchia, il Consiglio di Sicurezza ha condannato la violazione internazionale commessa dalla Siria sulla città di Akcakale, chiedendo al governo di Assad di rispettare l’integrità territoriale degli Stati confinanti. Una versione più blanda di quella iniziale, che condannava senza mezzi termini il regime di Damasco, ma che ha ricevuto il veto incrociato di Cina e Russia. A fronte dell’inazione del Palazzo di Vetro, nel frattempo, si mobilita la Nato che, con la Clinton a far capolino, mostra piena solidarietà ai turchi e si dichiara pronta a supportare e difendere l’alleato. Mentre la Russia sembra non voler alzare un dito contro Assad e l’Iran comincia a prendere le distanze sulla possibilità che Damasco utilizzi armi chimiche, il nostro ministro degli Esteri, Giulio Terzi, si fa scudo col principio Nato dell’indivisibilità della sicurezza, in base al quale se un membro dell’Alleanza è minacciato da un pericolo esterno, tutti gli altri membri devono sentirsi ugualmente minacciati.

Le implicazioni: il rischio che la miccia di un eventuale conflitto turco-siriano si accorci sempre di più è dietro l’angolo. Nonostante la Siria si sia affrettata a porgere le scuse ad Ankara, ascoltando i consigli di Mosca che ha tutto l’interesse ad evitare un intervento della Nato sul suolo siriano, la Turchia di oggi, dopo le rivoluzioni delle primavere arabe in Medio Oriente, guarda con interesse sempre più crescente al mondo dell’Islam. Del resto, neanche i membri dell’Akp sembrano più essere interessati alla candidatura di Ankara nell’Unione Eruopea. Nell’ultimo congresso del partito nazionalista, infatti, non si è fatto neanche un cenno all’Europa, mentre si è parlato lungamente dei «fratelli del Medio Oriente e degli ex territori Ottomani». La Turchia di Erdogan, quindi, si pensa come un modello di governo di un mondo islamico sempre più in subbuglio.

Y.C.


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