La città di Torino continua a vedere giorni di fuoco. Se nell’ultima settimana è stata la protesta dei Forconi a surriscaldare gli animi cittadini, ora il testimone passa allo sciopero dichiarato dai dipendenti GTT ormai da qualche giorno, preceduto da numerose assemblee. La più recente risale alla serata del 15 dicembre, e molte di esse riguardavano le modalità da sfruttare per lo sciopero.
Riaprono i negozi dopo le chiusure (forzate e non), si paralizzano i trasporti: nell’ultima settimana, il capoluogo piemontese ha visto alcuni sconvolgimenti della propria routine quotidiana. Lo sciopero dei trasporti riguarda, come accennato, i dipendenti GTT, e la protesta vede la partecipazione di autisti e tranvieri per 24 ore. Lo sciopero prevede anche il blocco della linea 1 della metropolitana, sebbene siano comunque garantite le cosiddette “fasce protette”.
Il motivo della protesta è da ricercare nella decisione del Comune di Torino riguardante la vendita del 49% delle quote comunali del Gruppo Torinese Trasporti. Tra mattino e pomeriggio i cortei previsti sono ben otto, indetti dai sindacati FILT CGIL, FIT CISL, UIL TRASPORTI, FAISA CISAL e UGL Trasporti. Partiti alle 9,30 del mattino dai depositi GTT, uno per corteo, si dirigono verso inoltre piazza Palazzo di Città, dove l’obiettivo sarà un presidio al Municipio, sede della discussione per la cessione della quota GTT. I dipendenti sono infatti contrari all’entrata in azienda di privati.
Tuttavia, il web ha visto lo scatenarsi di contro-proteste derivanti dai clienti GTT per l’ingente numero di scioperi degli ultimi mesi; alcuni messaggi invitano a non pagare il biglietto, dichiarandosi “in sciopero”, uno sciopero pacifico manifestato attraverso il rifiuto di timbrare l’abbonamento o pagando il parcheggio, in quanto cliente e fruitore deluso dal servizio. Le lamentele più frequenti riguardano, oltre agli scioperi, l’aumento del costo del biglietto.
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