"Giro di vite in Siria contro i filmati e le immagini delle proteste represse nel sangue. A Damasco non piace che, nonostante la totale assenza di giornalisti stranieri, le notizie continuino lo stesso a trapelare grazie agli smartphone che, in mano a qualunque cittadino, consentono di scattare foto e girare video-testimonianza del massacro in atto. Così le autorità siriane hanno bandito l’importazione dell’iPhone, il noto telefono cellulare della Apple, dotato di videocamera e applicazioni per lo scambio di informazioni sui social network. Lo ha riferito ieri la stampa libanese, citando il ministero delle Finanze di Damasco. Secondo il sito Internet ElNashra.com, Damasco ha vietato l’importazione di iPhone, e implicitamente anche il suo utilizzo all’interno del Paese, come misura restrittiva nei confronti dei manifestanti e dei cyber attivisti che da quasi nove mesi invocano la caduta del regime e denunciano una sanguinosa repressione. L’ultimo bilancio dell’Onu parla di almeno 4.000 persone uccise in otto mesi dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad. I media ufficiali attribuiscono le violenze a bande di terroristi armati dai Paesi confinanti e agenti di un presunto complotto americano-saudita-sionista".
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