Magazine Italiani nel Mondo

Se ce l’hai, te la tieni

Creato il 26 agosto 2014 da Ninja

Salve a tutti,

E’ da moltissimo che non scrivo qualcosa ma a questo punto mi arrendo all’evidenza dei fatti. Come sostiene mio cugino, in Canada mi succedono meno cose di pubblico interesse e come noto scrivo soltanto se ho qualcosa di rilevante da condividere. Se aggiungiamo a questo il fatto che qui ho effettivamente una vita sociale, arriviamo rapidamente alla situazione corrente, ovvero ho la possibilità di scrivere qualcosa solo ogni tanto. Non ho ovviamente intenzione di chiudere il blog, semplicemente prendo atto di non avere tempo infinito.

Detto questo, oggi qualcosa di bellissimo da condividere con voi ce l’ho eccome. Sono appena stato in Italia un paio di settimane per le vacanze estive e sono successe alcune cose che sarebbero state divertenti da raccontare, come ad esempio i residui di farina sul mio PC che la polizia tedesca ha scambiato per pericolosissimi esplosivi o il simpatico autobus palermitano che mi ha abbandonato in mezzo alla Basilicata a mezzanotte, ma tutto questo impallidisce di fronte alla fenomenale avventura gastronomica che ho vissuto uno degli ultimi giorni.

Poiché la fine delle ferie si avvicinava, ho proposto a mia madre di organizzare una cena insieme a parenti vari. I nostri ristoranti preferiti non sono disponibili per una serie di ragioni che non hanno molta importanza, perciò decidiamo di prenotare per le 21.30 al lussuoso ristorante La Grigliatonazza di Tristone al Mare, provincia di San Taceppa.

Arrivo con la mia famiglia in leggero anticipo e l’amichevole staff della Grigliatonazza ci accoglie caldamente dopo che ci siamo appropinquati alla sala ristorante. Nessuno era infatti presente all’ingresso del locale, permettendoci di apprezzare al meglio, indisturbati, la raffinata bellezza degli ambienti. In totale siamo in sette e il tavolo riservatoci è in bella vista su una terrazza. Poiché il cielo minaccia pioggia, domando se per caso è possibile spostare un tavolo da due e associarlo a uno di quelli da sei presente sotto un ombrellone, in modo da proteggerci in caso di maltempo. Mi rendo conto ovviamente che a fronte degli zero tavoli presentemente occupati questa richiesta sia difficile da soddisfare, perciò quando ottengo un imbarazzato rifiuto privo di chiara giustificazione non commento e accetto la volontà di quello che si rivelerà un eccezionale cameriere.

Giunti un paio di parenti, uno ha la sventurata idea di chiedere: “Mi scusi, che cosa mi consiglia come primo?”. Che domanda dozzinale, lo sguardo al cielo del cameriere mi sembra del tutto giustificato. Con sommarietà apre il menu a pagina due e porge lo stesso, commentando però che “i primi, la avviso, sono lì solo pro forma, per i turisti tedeschi che proprio li pretendono, ma sa, ha visto il nome del locale, noi siamo specializzati nella carne”.

Mi sento di esprimere solidarietà verso questo cameriere che si trova a dover fare i conti con clienti scellerati che non sanno leggere un menu e ignorano il nome del ristorante.

Con fare noncurante, il cameriere ci informa gentilmente del fatto che anche la pizza non è disponibile questa sera. La scelta insomma può ricadere solo sugli antipasti (il cui soave odore di fritto inebria il locale) e sulla carne, scelta ovvia e doverosa.

Scorrendo il menu, di cui è bene ignorare pagina due (primi), quattro (pizze) e cinque (pizze speciali), notiamo una curiosa caratteristica del locale. “Temporaneamente non siamo in grado di accettare carte di credito”, recita a caratteri cubitali l’ultima pagina. Che strano.

Chiediamo quindi spiegazioni al nostro Cicerone che ci notifica che “c’è cioè ecco un problema non so bene di cambio di ragione sociale allora cioè ecco allora non possiamo avere il bancomat”. Di fronte a questa spiegazione effettivamente un po’ troppo tecnica per i non addetti ai lavori, la nostra ignorante reazione è “ma come, non prendete neanche il Bancomat?”. Mi sono vergognato, credo che il nostro comportamento sia stato davvero inappropriato. Il fatto che tutti i miei parenti del luogo abbiano confermato che il “temporaneamente” di quella frase abbia in realtà carattere permanente non ha reso la mia vergogna minore.

Mentre mio padre decide di scendere in paese fino a Tristone al Mare per ritirare del contante, poichè come tutti noi poveracci non gira in tasca con più di dieci euro, ordiniamo alcuni generici antipasti. Da notare le ottime crocchette di patate della Orogel e la scamorza affumicata del Conad (ma quella Sapori & Dintorni, non la roba economica che si possono permettere tutti).

Arrivano finalmente anche gli altri invitati e si può quindi ordinare il pezzo forte della serata: la carne. La Grigliatonazza si pregia di avere tagli di carne di due tipi: la nostrana Scottona, classico manzo italiano tagliato come tale, e il Black Angus, una razza bovina originariamente scozzese molto mangiata in America che non viene allevata in Italia. Il cameriere si vanta giustamente dell’altissima qualità della carne Black Angus e la consiglia spassionatamente come piatto per veri intenditori.

Io opto per una tagliata di Black Angus da 350 grammi, immaginando di ricevere un pezzo di carne da dodici once. La cottura che scelgo è la media, data la mia fondamentale avversione per il cibo sanguinolento. Mia cugina e suo marito optano per farsi tagliare un pezzo “su misura”: non hanno molta fame quindi propongono un pezzo da 400 grammi, ovvero sette misere once a testa. Ci tengo a precisare che la conversione in once la sto proponendo io per offrire una più completa esperienza gastronomica. Se vogliamo infatti proprio muovere un piccolo appunto a questo altrimenti impeccabile ristorante è la mancanza delle unità di misura “da steakhouse”: se si offrono tagli di carne americani sarebbe credo d’atmosfera avere le misure sia in grammi che in once.

Dopo circa trenta minuti di piacevole attesa, movimentati da un repentino cambio di tavolo causa pioggia con conseguente rilocazione nella elegante sala ristorante interna in legno grezzo della Val Umidazza, il nostro servizievole cameriere presenta il pezzo di carne tagliato su misura: ecco qui, 750 grammi, esattamente come richiesto.

Di fronte allo sconcerto di mia cugina, che ha ovviamente colpa di non avere esplicitamente detto “400 grammi in tutto” sufficienti volte, il cameriere torna in cucina scuotendo la testa tristemente e commentando “oh, capisco… lo taglieremo più piccolo”. La mia solidarietà per quest’uomo non può che elevarsi ulteriormente.

Passiamo un’altra simpatica mezz’ora ammirando gli interni della sala ristorante e scoprendo perché la Val Umidazza è così famosa, la rada pioggia all’esterno del locale sta infatti sprigionando i raffinati odori del legno e il piacevole livello di umidità contribuisce a creare una atmosfera particolarmente confortevole. L’aggiunta poi di luci molto soffuse dona toni romantici alla scena, tali da permettermi di raccomandare la Grigliatonazza per le vostre sortite galanti.

La tagliata che riceviamo è ottima e onestamente indegna del mio ignorante palato da non-intenditore. La cottura a fiamma elevata conferisce infatti alla bistecca una cottura molto uniforme all’esterno. La quasi totale perdita di liquidi avvenuta durante il taglio potrebbe indurre l’inesperto a pensare di masticare cuoio ma questi commenti tradiscono la poca esperienza del cliente. Decorano la bistecca succulenti grani di sale kosher, aggiunti con arte a metà cottura in modo da prevenirne lo scioglimento e creare un raffinato gioco tra la cedibilità della fibra carnosa e la croccantezza cristallina dei grani. Coronano in maniera superba l’esperienza i bocconi da veri intenditori, ovvero quelli terminali del controfiletto. Il sapore dei grumi di grasso presente in queste parti è infatti una nota prelibatezza.

Per concludere piacevolmente questa superba cena possiamo scegliere tra i due lussuriosi dessert: un semifreddo alla noce della pasticceria “Zuccheri Acidi” di Sigolona oppure un tipico gelato di produzione locale. Stremato dalla complicatezza dei nostri ordini (due persone vogliono il semifreddo e tre invece il gelato), il cameriere ci porta troppi semifreddi e pochi gelati, ma il pasto è stato talmente ottimo che una minuscola pecca nel servizio non può in alcun modo incidere negativamente su un trattamento altrimenti faraonico.

E’ giunto il momento del commiato. I centocinquanta euro spesi, rigorosamente pagati senza corrispettivo di una ingiusta, iniqua, tassabile e mi permetto di dire dozzinale ricevuta, confermano come la Grigliatonazza sia un ottimo locale: cibo e servizio ottimi, prezzi popolari.

Prima di uscire decido di fare uso dei servizi. Vengo accolto da una latrina immacolata e di dimensioni faraoniche, con un trono invitante e ben pulito. Attira la mia attenzione il vistoso cartello appeso sopra di esso. In chiare lettere si può leggere “Solo orinare”. Di seguito, a monito dei vigliacchi turisti tedeschi di cui sopra, in perfetto British English, la versione inglese: “Only Urinate”.

Credo che questa sia l’ulteriore conferma che la Grigliatonazza predilige una clientela selezionata e raffinata, di veri intenditori. La gente volgare e dozzinale, che non capisce nulla di cucina, è pregata di andare da un’altra parte. Oppure se ce l’hanno, di tenersela.

ONLY URINATE

Solo per gente di classe

 



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