La rivoluzione di Grillo alla fine è una rivoluzione perbenista, nonostante lui la condisca con qualche parolaccia. Lui stesso lo dice, che se non ci fosse stata la valvola di sfogo del Movimento 5 stelle che ha dato il via alla rivoluzione culturale, la gente a quest’ora sarebbe nelle piazze ad ammazzarsi. Aggiungo io che ci si ammazzerebbe, ma uno con un’idea, uno con l’altra, per 60 milioni di idee diverse, col risultato più o meno simile allo scenario da the day after.
Ma se come si dice ormai da tempo, l’Italia – condotta da questa massa di cialtroni che fanno gli apprendisti salvatori della patria a spese dei nostri sederi – è alla fine, tanto da ridursi a non avere più soldi per stipendi dei dipendenti pubblici nè per le pensioni dei cittadini… allora non rimarrebbe altro, questa volta davvero e senza perbenismi di sorta, che scendere nelle piazze delle città, Roma per prima, a prendere a botte e a calci in culo la gente che con la scusa della politica si è solamente arricchita con stipendi, contributi e scialacqui assolutamente non consoni alla vita reale del Paese e al suo indebitamento.
Fermo restando che il processo di Norimberga 2, a questo punto, non sarebbe più procrastinabile, e le ghigliottine in tutte le piazze dovrebbero far luccicare le loro lame ai raggi del nuovo sole.
IL CRONISTA
Se dovessero toccare stipendi e pensioni