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Se fai l’amore con la televisione, indossa sempre il soprabitone

Creato il 09 aprile 2011 da Tnepd

Se fai l’amore con la televisione, indossa sempre il soprabitone

Se fai l’amore con la televisione, indossa sempre il soprabitone

… Dove per “soprabito” si intende una protezione popolarmente conosciuta anche col termine di preservativo.

Anche guardare la Tv può essere molto istruttivo, a condizione che lo si faccia non per venirne condizionati ( nè tantomeno per informarsi! ), ma anzi per imparare a capire ed evitare le tecniche ed i trucchi usati proprio dalla propaganda.  Abbiamo già visto ( in questo post ) le modalità attraverso cui funziona uno spot pubblicitario ed i troyan emozionali usati per entrarvi in testa eludendo l’ attenzione e la critica vigile. Bene, poiché ormai tutta l’informazione è diventata propaganda, essa funzionerà esattamente allo stesso modo di una pubblicità ed userà le stesse identiche tecniche, che anzi saranno ancor più visibili in quanto applicate alla buona, velocemente, con scarso senso estetico e funzionale dai giornalisti stessi trasformatisi ormai in un mostruoso aborto comunicativo.

Aborto comunicativo in quanto, se snaturati della loro vera funzione di informazione, non sono tuttavia dei pubblicitari nè vengono messi in condizione di utilizzare adeguatamente le conoscenze ed i mezzi dello spin doctoring: non sono più nè carne nè pesce insomma, ed infatti chi sa leggere il loro tipo di comunicazione non potrà far altro che contorcersi dalle risate, o vomitare di brutto se lo stomaco è più debole; a rifarsi la bocca potrà poi sempre servire la degustazione di un bello spot pubblicitario che almeno è cucinato bene. Questo serva dunque a consolarci facendoci già intuire che le trasmissioni di cosiddetta informazione, ben lontane dal costituire quel temibile strumento di controllo orwelliano paventato dai più, possono risultare godibili al pari delle comiche di Stanlio e Ollio, talmente la propaganda ivi profusa è maldestra, risibile,  riconoscibilissima e cafona ( ovviamente poi resta il problema di andarsi a cercare un po’ di informazione meno addomesticata ).

Se fai l’amore con la televisione, indossa sempre il soprabitone

Molto più pericolose invece sono proprio le trasmissioni d’intrattenimento dove la propaganda non riguarda più un singolo fatto ma tende ad infondere un intero modo di pensare, una visione del mondo, insomma quel Pensiero Unico tanto caro al potere, con tecniche che tenderanno ad operare quello svuotamento degli Archetipi a noi più cari ( ne abbiamo parlato qui ) per ridurli a puro veicolo, a puro strumento di vendita dell’ideologia dominante. In questi contenitori ( talk-show, telefilm seriali, fiction, film ) la propaganda è meglio gestita e confezionata più professionalmente; inoltre è meno visibile sia perché, presentandosi come “intrattenimento”, tali spettacoli abbassano automaticamente le nostre barriere critiche e ci trovano già bendisposti e rilassati, sia perché il loro fine non è semplicemente camuffare un evento ma orientare il pensiero e l’opinione pubblica nel suo complesso. Il loro fine insomma è proprio quello di creare quel background emozionale e culturale sul quale andrà poi ad innestarsi la disinformazione spicciola. Sono queste pertanto le trasmissioni che rappresentano il vero pericolo televisivo da cui difendersi, anche perchè vengono appositamente allestite ad hoc, così come i colossal, i festival dei fiori e qualunque altro costoso baraccone mediatico direttamente gestito dal potere.

Anche qui avremo ampia scelta di menù e potremo osservare quale cura viene messa nel condire con la salsa della propaganda piatti “per bocche buone” ( come i talk-show in genere ) dove l’ uso della medesima sarà sfacciato e preponderante e le tecniche facilmente riconoscibili, fino ai piatti più raffinati come l’ ultimo film di successo, la fiction, il programma culturale in seconda serata, dove per riconoscerne le più sottili sfumature e gli amalgami sopraffini servirà un certo allenamento da sommelier.

Il loro funzionamento però, stringi-stringi, è sempre riconducibile alle tecniche già viste parlando dello spot e quindi facilmente sgamabile da un occhio appena un po’ attento.  Non serve infatti la laurea per riconoscere e stornare la propaganda, ma qualche accorgimento tecnico ed un po’ di psicologia spicciola, accorgimenti che cercheremo qui di vedere non in modo accademico ma proprio con la funzionalità richiesta ad un semplice “vademecum” da applicare ed utilizzare alla bisogna.

Se fai l’amore con la televisione, indossa sempre il soprabitone

La transazione Genitore >> Bambino:  il primo fondamentale meccanismo da capire appena ci sediamo davanti alla Tv è che essa, in quel momento stesso, assume automaticamente per il nostro inconscio il ruolo dell’ Autorità. Ora, l’Autorità in senso lato ( così come il Potere ) è un’idea di per sé senza colore né connotazione morale, un puro contenitore nel quale io ripongo la mia fiducia e la mia disponibilità a lasciarmi guidare e plasmare. Esistono però sia esempi di Autorità Positive come anche una serie di Autorità Negative: la differenza tra l’ una e l’ altra sta nel modo di applicazione dello strumento autoritario: se chi lo detiene lo userà per DIMINUIRE LA DISTANZA esistente tra i due soggetti parleremo di applicazione positiva dell’autorità ( esempio di questo tipo è il maestro, il genitore coscienzioso, chi insegna un’arte, tutti casi in cui l’interesse di entrambi i soggetti coincide nel raggiungimento di una sostanziale parità e nell’annientamento stesso delle distanze per arrivare ad un pareggiamento ideale di capacità e conoscenza ).  Se chi lo detiene lo userà invece per AUMENTARE LA DISTANZA esistente tra i soggetti parleremo di autorità negativa ( ne troviamo esempi in ogni forma fortemente burocratizzata, nell’esercito, nelle gerarchie chiuse, nei rapporti di lavoro sottomesso, etc, dove l’interesse dell’autorità sta nel mantenere le distanze tra i soggetti inculcando nell’altro un senso di inferiorità ).  A sua volta potremo distinguere in questa seconda categoria le forme del semplice Autoritarismo ( gestione rigida dell’ autorità a fini organizzativi come avviene per esempio nell’esercito ) e del molto più pericoloso Sadismo ( gestione dell’ autorità tendente alla sopraffazione fisica o psicologica del sottoposto ).

Non solo la Tv e i Media usano oggi quasi esclusivamente quest’ ultimo tipo di Autorità sadica, ma lo fanno anche in modo che non riusciamo a metterlo in discussione, instaurando la tipica “transazione obliqua” ( ne parleremo in un prossimo post trattando di Eric Berne e dell’ analisi transazionale ) esistente tra genitore e bambino ed usandola in modo tipicamente sadico ( aumentare la distanza con l’inganno e creare sudditanza psicologica ). Infatti il linguaggio attuale dei media non è ( come sarebbe da aspettarsi in un ambito puramente informativo ) del tipo Adulto >> Adulto, in cui si stabilisce un rapporto comunicativo paritario, ma adotta il tipico linguaggio che si userebbe con un bambino di pochi anni: pur estremamente suadente, è ovvio il messaggio trasversale di netta distinzione tra “chi sa” e chi “deve tacere ed ascoltare perché non ha l’età né l’esperienza per capire e tantomeno per controbattere”.  Tecnica usatissima per esempio nei talk-show dove il conduttore voglia ridurre al silenzio un interlocutore diventato scomodo, tecnica con cui si danno le notizie nei tg, tecnica usata in modo più innocuo in ogni spot, dove si fa appello proprio alla temporanea regressione infantile ottenuta subliminalmente attraverso il troyan emozionale.

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Prendere confidenza con questa tecnica sarà quindi la prima cosa da fare per difendersi dalla persuasione occulta; ci ritorneremo: nel frattempo potreste divertirvi analizzando dall’esterno qualsiasi dialogo tra due persone e vedere tra quali “stadi” ( Genitore, Adulto, Bambino ) viene condotta la transazione comunicativa. Va da sé che il mio atteggiamento sarà molto diverso se il mio interlocutore si rivolge a me come un bimbo o come un adulto in quanto tenderò automaticamente a mettermi proprio in quella condizione emotiva: e se con un interlocutore reale posso riconoscere e forzare questo espediente cercando di non sottostare a questo gioco, la stessa cosa non potrò assolutamente farla con uno schermo di vetro..!

( Lettura consigliata – Eric Berne: “A che gioco giochiamo ?” ) Scarica un sunto Decalogo del perfetto amante mediatico:

Ecco quindi una serie di tecniche psicologiche di vasto utilizzo mediatico, tecniche da cui “preservarvi” per far l’ amore in tutta sicurezza anche con la televisione.

1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali.”

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico che richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

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5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi ed un’intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà con certa probabilità ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno.

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far sì che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti …

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

http://mon-dart.blogspot.com/2011/04/se-fai-l-amore-con-la-televisione.html


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