La protesta, la dimostrazione di dissensoè un diritto sacrosanto sancito dalla Costituzione, così come lo è il vivere civile, sereno, normale di una città. Ieri abbiamo appurato, come se ce ne fosse bisogno ma ce n’era bisogno dopo i brutti fatti del 14 dicembre scorso, che manifestare pacificamente non solo si può e si deve ma anche e soprattutto è più incisivo e produttivo.
Bene ha fatto Napolitano a ricevere la delegazione dei dimostranti e ancor più bene ha fatto nel riceverla dopo aver accertato che la manifestazione si stava svolgendo del tutto pacificamente. Protestare contro lo scempio della riforma Gelmini è più che un diritto: è un dovere. Ma la violenza non è mai giustificabile, men che meno quando si vuole raggiungere un obbiettivo giusto e condivisibile.
La gente che solidarizzava con i dimostranti alla manifestazione del 22 dicembre prova che il consenso del governo è in picchiata e che gli Italiani non ne possono più di meschinità, personalismi, anelli e i-pad pagati con i soldi dei contribuenti. Ma non possiamo aspettarci la solidarietà degli Italiani se gli diamo fuoco alla macchina o scateniamo la guerra in città.
Oggi ho sentito il Ministro Maroni condannare i fatti di ieri a Palermo, unica macchia nera in una splendida giornata di protesta civile, è mi è montata una grande rabbia. Perché sentire Maroni che dileggia la protesta degli studenti e ha pure ragione fa male.
Luca Craia