Magazine Lavoro
É un eroe dell’antichità di nome Spartaco. Guidava la rivolta degli schiavi nell’antica Roma. Ora Spartaco è un nome adottato dalla Cgil e può vestire i panni di un eroe moderno capace di organizzare i precari, gli atipici, quelli che vagano tra contratti a tempo, ex interinali, partite Iva, cococo e cocopro. È il protagonista di un’esperienza nata a Modena, dentro un progetto chiamato, appunto «progetto Spartaco». Lo ha citato Claudio Treves al Congresso del Nidil-Cgil. Lo scopo è quello di «costruire», formare, un gruppo di delegati (i moderni Spartachi) capaci di diventare «gli agenti di una ricomposizione della conoscenza del ciclo aziendale, e soggetti per la contrattazione inclusiva».
Questi nuovi «eroi» dei nostri tempi hanno così scoperto che nei luoghi di lavoro non c’erano solo i «somministrati» (ex interinali). C’erano i lavoratori dei magazzini «terziarizzati» ovvero ceduti ad altre società, c’erano quelli delle cooperative per le pulizie e le mense, quelli della vigilanza riferita all’intera gestione degli immobili, quelli d’interi reparti o di alcuni turni di lavoro ceduti a terzi oppure dati in appalto. Senza contare le collaborazioni, le partite Iva, il lavoro non subordinato. Una trasformazione enorme. «Al posto di un’impresa come la conoscevamo», ha sottolineato Treves, «si è costituito un insieme di soggetti economici, spesso con applicazione di contratti nazionali diversi e regole legali distinte».
Il progetto «Spartaco» condotto fra 20 delegati di varie categorie, nasce, secondo il Nidil di Modena, con la premessa che «solo l’inclusività e non l’esclusione, la cooperazione e non la defezione, la collettività e non l’individualismo possono avere la meglio sulla crisi e possono raccogliere tutti i pezzi che si perdono per strada, per ricomporli nel quadro della coesione sociale». Cosicché nei luoghi di lavoro, il delegato sindacale di categoria (il nostro Spartaco) può diventare il rappresentante, il contatto e il punto di riferimento delle lavoratrici e dei lavoratori cosiddetti «indiretti». È stato utile, per lanciare questa iniziativa, l’uso di un sondaggio online intitolato «Domande atipiche». Così «ci siamo spogliati delle nostre convinzioni», per comprendere limiti ed errori. Tra le scoperte c’è stata quella relativa al fatto che il precariato sta investendo anche generazioni non più giovani (dai 50-60 anni). Sono lavoratori che oltre al dramma della perdita di un posto di lavoro stabile, soffrono la perdita della speranza di riavere un contratto e «l’incapacità» di orientarsi nella giungla dei contratti atipici.
Anche così la Cgil cerca di ampliare la propria rappresentanza rispondendo con i fatti a chi l’accusa di essere un’organizzazione al servizio solo dei pensionati o dei cosiddetti «garantiti» (anche quando garantiti non lo sono per nulla). Con i nuovi delegati chiamati Spartaco, spiega Simone Ceccarelli su Rassegna sindacale, sarà possibile mettere in campo «azioni di tesseramento mirate» nonché «le tutele di tutte le tipologie contrattuali, sperimentando forme di contrattazione più articolata: lavorando sulle mappe aziendali, sui processi lavorativi, sulla complessità dell’organizzazione del lavoro».
Sono già in campo 19 delegati e per ciascuno è stato attivato un programma di contrattazione e di tutela collettiva e individuale. Fatto sta che in tredici aziende si sono svolte, ad esempio, assemblee dei lavoratori somministrati. Così come nei contratti aziendali sono stati inseriti criteri informativi e negoziazioni su organici, appalti e organizzazione del lavoro. Spesso giungendo ad assunzioni di lavoratori atipici. Simone cita il caso della Bosch RexRoth Oil Contro di Modena e Reggio Emilia. Qui i metalmeccanici col posto fisso hanno scioperato per la tutela dei somministrati e di quelli con contratto a tempo determinato. Altre esperienze sono state condotte negli appalti e nelle cooperative. L’elemento decisivo per il successo del progetto Spartaco consiste nella collaborazione tra Nidil e categorie. Sono state abbattute «barriere che si erano venute a creare anche all’interno del sindacato stesso». Una sinergia decisiva per il rinnovamento del sindacato. Spartaco, ha osservato ancora Treves, «è diventato uno strumento per ricomporre quello che negli anni si era frantumato, e dunque per fare effettivamente, nel senso più genuino del termine, contrattazione inclusiva».
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