“Bring back our Sonics“. “Ridateci i nostri Sonics“. Questo lo slogan dei tanti tifosi di Emerald City che, dal 2008, sono rimasti orfani della pallacanestro professionistica quando Clay Bennet acquistò la franchigia da Howard Schultz, proprietario della catena Starbucks, e se la portò a casa, ad Oklahoma City (gli attuali Thunder). E’ notizia delle ultime ore che i fratelli Maloof, azionisti di maggioranza dei Sacramento Kings, hanno trovato l’accordo per la cessione del 65% della franchigia a Chris Hansen e Steve Ballmer, CEO di Microsoft, principali menti della cordata per riportare l’NBA a Seattle.
Una news che ha scatenato la gioia dei fans dei Sonics, nickname comunque rimasto a Seattle (insieme al logo, come fatto promettere al Bennet di cui sopra), come ha riportato il Seattle Times. Il costo dell’operazione si aggirerebbe attorno ai 525 milioni di dollari per il 65% delle azioni: il restante 35% dei Kings appartiene ad altri soci. Da evidenziare che i Maloof, Joe e Gavin, di origini libanesi, già in passato hanno tentato di spostare la franchigia, prima a Las Vegas, dove hanno interessi commerciali, e poi ad Anaheim, visto che la città di Sacramento si era detto pessimista sulla costruzione di un nuovo impianto al posto della vecchia Arco Arena. Ora pare ce l’abbiano fatta, anche se di fatto usciranno dal mondo NBA.
Ci entreranno a questo punto l’imprenditore edile Hansen e Steve Ballmer che, dopo l’ok della città per la costruzione della nuova arena nel distretto di SoDo (zona commerciale dove c’è anche il Safeco Field dei Seahawks della NFL), hanno creduto alla possibilità di riportare la pallacanestro pro nel nord ovest degli States. Manca però il via libera di David Stern e della Lega nel board che si terrà a New York a metà Aprile: secondo alcune fonti sarebbe una pura formalità ma come detto dal Commisioner a Londra prima di Knicks-Pistons, la città di Sacramento ospita con successo una franchigia dal 1985 ed è sempre ben voluta. Inoltre, il sindaco della capitale della California, l’ex stella dei Phoenix Suns Kevin Johnson, ha dichiarato che farà di tutto per tenersi stretti i Kings e sta cercando una cordata di investitori per costruire la nuova arena. Sarà battaglia e KJ ha tempo fino all’1 Marzo, data ultima per presentare richiesta alla NBA di ricollocare una franchigia.
Un eventuale spostamento non dispiacerebbe ad attuali Kings come Aaron Brooks e Isaiah Thomas, nativi di Seattle e autentici idoli della Rain City. Come raccontato da Federico Buffa, il legame tra i giocatori nativi di Seattle, da Jason Terry a Nate Robinson passando per Jamal Crawford, è speciale, unico, si identificano col prefisso della città, 2-0-6 (two-o-six, baby), e ogni estate tornano a casa giocando tutto il tempo. Per Brooks e Thomas, tornare a vestire la maglia degli amati Sonics, sarebbe super.
In attesa del sì della NBA per presentarsi al via della regular season 2013-2014, si fanno i primi progetti. Nei primi due anni la squadra giocherà ancora nella bellissima Key Arena, in attesa che venga completata il nuovo impianto di SoDo. Si parla di un coinvolgimento di Phil Jackson, non come coach, ma come mentore nel front office, visto che suo figlio e Hansen sono grandi amici. Per la panchina si fanno i nomi di Nate McMillan, già a Seattle come giocatore e allenatore, George Karl, altro ex, o santoni del college come Tom Izzo (Michigan State) o Bill Self (Kansas). Per il decisivo ruolo di general manager, si sogna RC Buford, l’uomo che ha inventato gli Spurs, e a cui verrebbe offerta una percentuale azionaria, ma si parla anche di Larry Bird (in uscita dai Pacers).