Magazine Diario personale
dove visitiamo il mercato restando particolarmente colpiti dall'immensa mole di merci stipate in ogni angolo possibile e immaginabile e dalla svendita dei costumi da Babbo Natale che nessuno si fila. Al calar del sole facciamo ritorno nella citta' moderna dove le luci di Natale stanno alle temperature miti come la maionese sta al gelato...non c'azzeccano proprio! Sopraggiunto il buio, a bordo di un taxi in mezzo al traffico serale passiamo davanti al Municipio e raggiungiamo l'hotel che abbiamo prenotato per il pernottamento dove ci aspetta la nostra cena.Luca si butta sul pesce, mentre io scelgo un timballo di riso con mango e ananas, una cotoletta di soia con contorno di germogli sempre di soia e per dessert una macedonia di frutta tropicale.La cotoletta porta il nome di tempeh, che come il tofu è un derivato della soia, ma in Italia non sono ancora riuscita a trovarlo.Finalmente mi sono tolta lo sfizio :)Alla cucina vietnamita dedichero' un post a parte quando torno a casa, per ora dico solo che non ho uno straccio di motivo per lamentarmene: è gustosa senza essere pesante e viene incontro pienamente alle mie esigenze di vegetariana, posso quindi ritenermi soddisfatta. Dopo cena veniamo piacevolmente intrattenuti da un'orchestrina che ci delizia con la sua musica rilassante. Un ultimo sguardo sulle luci notturne della citta' dalla terrazza piu' alta dell'hotel e scappiamo a nanna, un po' cotti a dire il vero ;) Il mattino dopo, dalla finestra della nostra camera diamo il buongiorno alla Saigon ancora alle prese con il risveglio mentre ci prepariamo a lasciarla definitivamente.Ma prima di andarcene, ci rechiamo a visitare una tappa significativa nella storia del Vietnam: i cunicoli di Cu Chi. Si tratta di una vasta rete di gallerie e cunicoli sotterranei, lunga 250 km e profonda 7 metri.Fu il piu' importante baluardo di difesa dei vietcong, i guerriglieri vietnamiti, all'epoca del conflitto contro gli Stati Uniti (1960-1975).I vietcong si rifugiavano proprio qui dentro per scampare ai bombardamenti con il napalm sferrati dagli americani, ma soprattutto usavano questo labirinto sotterraneo per nascondersi e muoversi in segreto senza essere scoperti dai nemici statunitensi, per i quali i cunicoli di Cu Chi erano inaccessibili a causa delle loro corporature massicce, mentre i vietnamiti sono costituzionalmente magri e di bassa statura.Nel punto raffigurato nella foto è ancora possibile camminare stando in piedi, ma per proseguire oltre occorre calarsi dentro a dei tombini che conducono in passaggi bassi e stretti percorribili solo strisciando...sono pochissimi i visitatori attuali che, impavidi, sfidano la claustrofobia introducendosi nel cuore delle gallerie...no, io non ci ho nemmeno provato, probabilmente possiedo le dimensioni giuste ma non il coraggio sufficiente ;)I vietnamiti, grazie alla loro astuzia e ad armi rudimentali, opposero una strenua resistenza contro i nemici dotati di cacciabombardieri, flotte navali e armi piu' sofisticate, e costrinsero la piu' grande potenza mondiale a ritirarsi dopo 15 anni di guerra con un pugno di mosche in mano.Questo per sottolineare che un nemico apparentemente piu' forte non necessariamente è un nemico imbattibile.Non mi dilungo oltre, ma chi ha orecchie per intendere intenda. Questa invece è una delle pagode buddhiste che abbiamo visitato nella provincia di Phan Thiet. Le pagode sono luoghi di culto che sorgono prevalentemente in ambienti isolati e a stretto contatto con la natura per favorire il raccoglimento spirituale e la meditazione. L'interno di una pagoda. Un'altra pagoda di Ho Chi Minh City: ci si sente quasi di troppo ad osservare i fedeli immersi nella preghiera con una profondita' ed una devozione che purtroppo a me mancano. E con l'ultima immagine di un altare buddhista, auguro a tutti voi quello che per il 2014 auguro a me stessa, di avere sempre la forza, come è stato nel 2013, per guardare al presente, smettendo di vivere di rimpianti, di illusioni e di insoddisfazioni.
Auguro a tutti voi che mi leggete e consigliate sempre con pazienza ed affetto che il nuovo anno vi porti cio' che desiderate e meritate, soprattutto gioia, soddisfazioni e forza di volonta'.
Vi auguro sogni a non finire
la voglia furiosa di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare
cio' che si deve amare
e di dimenticare
cio' che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli
al risveglio
e risate di bambini
vi auguro di resistere
all'affondamento
all'indifferenza
alle virtu' negative della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto
di essere voi stessi.
Jacques Brel
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