“Gli italiani? Sono la popolazione più fortunata al mondo. Ma non sanno tener fede alle loro tradizioni. E la giungla di zuccheri, grassi, bibite gassate e pasti sregolati che arrivano dall’estero hanno già colpito bambini e adolescenti”.
Ed ecco così che mentre in America medici e specialisti sono in lotta contro le “non regole” alimentari che portano il paese ad avere i più alti tassi di obesità e diabete infantili, in Italia le famiglie dimenticano gli “insegnamenti della nonna” per dare seguito a pranzi snack veloci, portate piene di grassi e cibi spazzatura. Soprattutto quando, ad addentarli, sono bambini.
“Si sente spesso dire dalle mamme, “tanto sono bambini”. Eppure è questo il vero problema- argomenta Valentina-. Il lassismo, che condanna bambini ed adolescenti ad una vista sregolata, mal educata sul piano alimentare e con conseguenti problemi di obesità e malattie che i genitori o i nonni non avevano. E la colpa è sempre lì. Da una parte i medici, soprattutto quelli di base, che non hanno il tempo materiale per occuparsi di queste questioni nel modo che converrebbe. E dall’altra le famiglie: sempre più in crisi, sempre più di corsa e sempre più stanche del loro stesso ruolo di custodi e garanti di tradizioni sane e comprovate.”
Ecco perché le donne, ovvero le mamme, diventano per gli esperti del settore come Valentina il perno di una educazione e prevenzione alla salute che parte prima di tutto dal piatto.
“Le donne sono il centro della nostra società- ricorda la giovane dottoressa-. Sono per loro natura molto sensibili al tema alimentazione e una leva molto grande è rappresentata dal peso e dai problemi di bilancia. È qui che la medicina può fare dell’ottima prevenzione. Nel momento stesso in cui una madre o una moglie si rivolge ad un medico per questioni di peso o comunque legati all’alimentazione si apre la porta per noi specialisti al lavoro di educazione. Educazione alla salute, alla prevenzione, al cibo. E soprattutto al lavoro di coach, fondamentale nel nostro ruolo di medici.”
Alla donna e alla sua prevenzione, Valentina ha infatti dedicato tutta la sua carriera universitaria ed ora anche quella lavorativa. Laureatasi in medicina a Firenze, la giovane dottoressa che oggi dirige un piccolo centro dedicato alla prevenzione della salute al femminile, ha proseguito con una specializzazione in Igiene e medicina preventiva che l’ha portata prima all’Università di Yale e dopo a quella di Harvard. È qui, infatti, che i suoi studi si sono arricchiti dei nomi più noti e importanti nel mondo dell’alimentazione e della prevenzione: il direttore della Yale University’s Prevention Research Center, il dott. David L. Katz ( www.davidkatzmd.com), e lo stesso T. Colin Campbell conosciuto nel corso di una conference cool insieme ai suoi colleghi e al suo staff.
Di queste esperienze e di quanto appreso nell’ambito della ricerca medica preventiva Valentina parla spesso nel suo blog, www.valentinavinante.com, illustrando i risultati, le scoperte e le nuove impostazioni una medicina che deve avere come obiettivo la salute a 360°.
“Il lavoro di coach è fondamentale per un medico- sottolinea Valentina-. Saper motivare i nostri pazienti, guidarli alla scelta giusta in tema di prevenzione, è il cuore del nostro mestiere. Purtroppo in Italia le cose sono più difficili e ingarbugliate da un sistema che non consente, ad esempio, ai medici di base che più di tutti potrebbero avere il polso della situazione, di dedicare il tempo giusto ai loro pazienti. Ma la consapevolezza sta muovendo i primi passi, anche tra la popolazione. Si tratta ora di continuare!”