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Semplice, Elegante…l’intervista.

Creato il 22 giugno 2014 da Ilbicchierediverso

Semplice, Elegante…l’intervista.

Alex Pietrogiacomi, oltre ad essere il nostro patron è anche un collega stimato che a giorni esce con il suo nuovo libro -per la Giubilei-Regnani- “Semplice, Elegante. Piccolo prontuario ad uso del moderno gentleman” con le raffinate fotografie di Laura Pacelli a corredare un piccolo e prezioso manabile adatto a qualunque palato.
Non potevamo non cogliere l’occasione per scambiare qualche battuta sul testo e sul suo autore

di Cesare Colonna.

Come nasce l’interesse per “l’eleganza”?

Più che nascere, ritorna. Come dico anche nel libro, sin da bambino mi sono sempre trovato molto bene sia in look eleganti che più casual, fino ad arrivare a jeans strappati o pantaloni mimetici e anfibi. Restava sempre ben presente però la comodità (sembra assurdo ma è così) di una cravatta o di scarpe classiche, la fascinazione di un bell’abito accanto a quel lato più riottoso che avevo.
Nel corso degli anni- putroppo anche a causa dei posti di lavoro, dove spesso una giacca viene fraintesa e portata ad essere zimbello di un gruppo di uno staff professionale- ho avuto sempre ben presente dei modelli eleganti e qualche anno fa ho ricominciato ad avvicinarmi seriamente all’eleganza maschile. Ma più che un fatto legato al mero abbigliamento è stato un vero e proprio viaggio all’interno del piacere (qui troverete dalla rasatura al fumo lento), della comprensione intima e del buon uso (quello intelligente) del mondo maschile… troppe volte travisato, troppe volte esagerato, troppe volte lontano dalla cognizione e -cosa allarmante- dal buon gusto e dalle buone maniere.
Con le nostre pagine poi, si è concretizzato questo mio ritorno a questo mondo e grazie anche a molti amici di varia natura e area professionale, ho avuto modo di confrontarmi, studiare e approfondire.
Resto profondamente convinto, comunque, che l’eleganza sia palpabile anche in un panino al salame mangiato in jeans, camicia e pullover… è l’uomo ad essere elegante, non l’abito a renderlo tale.

Semplice, Elegante…l’intervista.

Foto di Andrea Marini

“Semplice, Elegante” è- come viene presentato in copertina- un piccolo prontuario ad uso del moderno gentleman. Da qui la scelta di una scrittura più “fresca”, meno paludata?

C’è da dire che di manualistica di questo genere ce n’è moltissima e certamente la scrittura non è stata propriamente ponderata. Credo semplicemente di aver scritto come avrei voluto leggere qualcosa di questo tipo, se dovessi fare un termine di paragone (con tutte le distanze e le pinze necessarie) forse un input mi è venuto da Glenn O’Brien. Trovo che sia necessario disinquinare il mondo dell’eleganza da termini troppo altisonanti per concetti poi semplicissimi…siamo sempre complicati, ci piace complicarci la vita in ogni sfaccettatura, perché farlo anche con quello che indossiamo o con quello che dovrebbe regalarci piacere?

Eleganza e semplicità sono parole che possono realmente andare a braccetto?

Sì, se ci togliamo dalla testa tutte le iperboli (di qualsiasi fazione o natura) a cui ci stanno abituando. Come ti dicevo prima, l’eleganza è insita nell’uomo. Coprirsi o vestirsi (la differenza c’è ed è molta) non può renderci migliori. L’eleganza è palpabile, è qualcosa di innaturale che si respira in una persona e che non serve che questa ostenti.
Tutto quello che “in più” solitamente risulta eccentrico, “di troppo”, vistoso e dapprima si fa notare, ma poi stanca, viene ridicolizzato… Grandi nomi, grandi personaggi sono riconosciuti come “eleganti” in mise assolutamente sobrie. Ecco, il concetto importante, su cui punto molto è la sobrietà.
La voglia di osare ci deve essere, ci sono persone che non escono dallo schema mentale del fazzoletto da taschino solo perché non sanno dove mettere le mani e dicono che sia una loro scelta (contenti loro…ma almeno non mentissero), ma deve arrivare dopo uno studio teorico e pratico di questo universo. Chiedersi e chiedere il perché è la sola salvezza e non credere al primo che capita.
Pensare è elegante. Pensare semplice, autonomo e con cognizione di causa è elegantissimo.

Non è la prima volta che ti cimenti nella scrittura di testi sull’Eleganza. Già per Piano B edizioni, curasti la nuova edizione de “Il trattato della vita elegante” di Honorè de Balzac. E’ solo frutto di una grande passione, o lo fai perché pensi ci sia carenza di libri simili?

Un  po’ è una passione, un po’ è la voglia di scardinare anche preconcetti e Colossi di Rodi… Anche per Balzac, molte cose in quel libro sono state travisate dagli abitanti del pianeta elegante. Sembrava quasi una lettura estremista e intransigente di un testo sacro che ad un certo punto permetteva a chiunque di lanciare strali dall’alto del suo piedistallo.
In questo libro non voglio l’elevazione del singolo grazie alla qualità economica dell’abbigliamento, ma la comprensione del singolo e la sua valorizzazione in quanto tale. Siamo unici più o meno. Dobbiamo scoprire il nostro lusso e il nostro lusso è formato da Tempo, Spazio e Silenzio.

Il concetto di Eleganza e quello di moda, per alcuni,  vivono su pianeti diametralmente opposti. Tu che idea ti sei fatto dei capi che riempiono le passerelle di Milano, Parigi, NY e via discorrendo?

Sì è vero. Per molti sono opposti. In realtà sono due facce della stessa medaglia. Il classico maschile (e non l’Eleganza) è immobile sulle sue posizioni e permette alla Moda di creare, ricreare, studiare. La moda, in continua evoluzione e rivoluzione concede delle belle sorprese o dei guizzi geniali al Classico Maschile.
Di capi non parliamone… non faccio il mandriano! (Ride)

Semplice, Elegante…l’intervista.

In questo libro troviamo numerose citazioni cinematografiche. Quanto ha influenzato la tua scrittura, ma soprattutto la tua idea di eleganza, il cinema?

Mi piace guardare i film. Sono molto trash e molto alto in questo. Vado dai film come Howard il Papero a L’Uomo senza passato, passando per tutta cinematografia horror, demenziale, guerrafondaia, western, comedy etc…Non so quanto possa avermi influenzato certo è che nei vari capitoletti ho dato qualche citazione per rendere il senso di quello di cui si parlava… poi magari non ne esco proprio bene! Hahahahahahahaha!

Spostando l’attenzione per un secondo dal libro allo scrittore: Quali sono stati gli autori che hanno influenzato la tua scrittura?

Oddio. Io vengo da altro, per questa scrittura (dato che ogni libro e ogni genere ha le sue chiavi che poi possono essere forzate, limate, rese proprie) non saprei… Forse è uno stile uscito dai racconti brevi ai tempi di Scrittori Precari, dalla narrativa mescolata con il giornalismo e dalle letture fatte… ma non chiedermi nomi! Non saprei.

Tornando al cinema, c’è qualche personaggio che ha influenzato il tuo stile?

Ma mi hai visto?! Secondo te a parte Paul Giamatti o Bombolo ma dove posso prendere uno da replicare???

Per concludere: Hai un suggerimento per chiunque non conosca questo mondo e voglia intraprendere la strada dello stile e dell’eleganza?

Siate curiosi e mai paghi.


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