Villabate è il quadratino rosso. Anzi, ora è nero
Da Villabate sono passato, anzi l'ho sfiorata, quelle volte che sono andato a Palermo. La cittadina è praticamente attaccata al capoluogo. Se mai dovesse capitarmi di andarci apposta, farò sicuramente una passeggiatina in qualche stradina. Per esempio quella che la giunta guidata dall'ex An Gaetano Di Chiara ha deciso di intitolare a Erwin Rommel. La "volpe del deserto", il generale nazista. Sul serio, a Villabate si preparano a dedicare strade a Rommel. E pure al Barone Rosso, quel Manfred von Richthofen conosciuto come l'asso dell'aviazione tedesca durante la prima guerra mondiale. Io lo ricordo più come nemico di Snoopy, ma tant'è.Dunque Rommel avrà una via tutta sua a Villabate. Ho dei dubbi che una qualsiasi città tedesca possa deciderne di dedicarne una a, che ne so, Galeazzo Ciano. Perché la motivazione del sindaco è: Rommel è ricordato non come gerarca nazista, ma per il suicidio dopo i sospetti di aver fatto parte dei complottisti contro Hitler. Ecco, Ciano, genero di Mussolini, poi lo tradì. Siamo lì.
E intanto tra i «meritevoli di essere menzionati nella toponomastica cittadina», per utilizzare il burocratese sentimentale di Di Chiara, non figura il soldato villabatese Giovanni Militello, catturato in Russia e deportato nel campo di concentramento di Altengrabow. Il parere favorevole, anche della giunta, c'era, ma la pratica si è persa. Gli è andata a suo modo meglio di altri: Antonino Retaggio, consigliere comunale che si batte per la memoria di Militello, c'aveva riprovato chiedendo di intitolare qualcosa (non necessariamente una strada, qualcosa, signor sindaco) a Peppino Impastato. Sarebbe stato bello, in un comune sciolto due volte per mafia (1999 e 2004), ma la proposta non fu neanche esaminata.
Via Rommel, vicolo cieco.