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Per esempio, tra le sue smisurate ognipotenze rientrerà senz'altro la capacità di autocombustione.
E allora perché non prende fuoco all'istante? eh, perché?
Un vero gentleman a uno dalle prerogative così porcine darebbe fuoco senz'altro, senza lasciarsi distogliere da dettagli marginali quali l'autoreferenzialità.
Quindi, Esso (non me ne voglia l'omonima compagnia petrolifera) non è altro che un dannato cafone.
Non mi riferisco tanto allo sciopero generale di oggi 28 Maggio, poi revocato. Anche se, grazie ad esso (qui la minuscola toglie ogni dubbio), già alle 9 di mattina ero cosciente da ben 3 ore, reduce del combattimento col traffico e coi parcheggi di questa città del cazzo.
In fondo, è sempre grazie a questi scioperati se mi sono goduto per più tempo del previsto il mio periodico ricorso Bitolsiano. Ieri, percependone le avvisaglie, mi ero messo su SD tutto lo Stereo Box Set. Pornomadonna quant'è bello. Io di solito piglio la metro, ma oggi per andare a scuola ho preso la macchina, ficcandomi a testa bassa per Città Universitarie, Stazioni Termini & Colossei.
Ero lì che stando fermo giravo per Roma, sai questa swingin' Roma piena di turisti, ma soprattutto di turiste dai gracili costumi estivi. Nel mentre, mirabilmente approfonditi dal panpottaggio della stereofonia, si consumavano nella mia modica vetturetta le note struggenti di There's a place, Ask me why, It won't be long e P.S. I love you.
Devi sapere (ma non necessariamente) che la prima volta che sono stato a Londra era l'Ottantadue, partendo dagli Abbruzzi al fischio finale di Italia-Brasile 3a2, con la gente che mentre io e papà passavamo allestiva i festeggiamenti della sera. Questo sembra l'incipit di chissà quali andirivieni, mentreinvece ci sono stato solo più nell'87 per 1 pajo di giorni. E poi basta. Ma quello fu il mio primo (e unico? uhm, mi pare di sì) viaggio da solo in aereo. Avevo 11 anni. Ho assaggiato Mc Donald (bleah) anni prima che sbraitassero sulle aperture di piazza di Spagna. Mangiavo fagioli zuccherati. Visitavo con mia cugina i peggio musei per tutto il giorno (quello che ricordo di più era il Geffrye Museum, una stanza per l'arredamento di ogni secolo, dalla paglia per terra sbriciolata e pisciata del '600 al design geometrico degli anni '50 – non è strano che più che il ben noto contenuto di Gallerie Nazionali e Musei Britannici io ricordi ancora perfettamente gli stilosissimi manici gialli a triangolo rettangolo di quelle tazze da the?).
Ma spesso la notte giravamo per Londra in macchina.
Oddio, 'la notte'. Saranno state le 22. Ma per me era notte fonda. Calcola che io non ho potuto condividere coi miei coetanei il feticismo per Guerre stellari perché finiva ben oltre le 21.30, ora del mio coprifuoco fino credo ai 14 anni.
Quindi, as far as I'm concerned, io la prima città che ho visto illuminata di notte è stata Londra. Dopo aver mangiato fuori (altra cosa proi-bi-tis-si-ma), mia cugina e il suo marito simpaticissimo (altro che musei, mi portava sulle spiagge inglesi a caccia di fossili e minerali, e da bravo programmatore qual era aveva casse piene di schede perforate e di altri reperti informatici da Spazio 1999) mi caricavano sul loro taxi originale di II mano (immenso, e continuava ad sembrarmi tale anche tornandoci dopo a 17 anni) e mi facevano vedere Londra by night. Anche per quello ancora mi piace 1 sacco sfrecciare sul Lungotevere, di notte. Specie sentendo musica. Specie se sono i Beatles.
Poi, di giorno, la gente suonava per strada. Ho visto i miei primi (e per un sacco di tempo, unici) punk colla cresta colorata e il resto rapato a Central Park – o era Hyde Park? controlla tu, e poi dàtti un buffetto comprensivo sulla guancia da parte mia. Mia cugina mi spiegava che molti inglesi ce l'avevano con loro perché vivevano del ricchissimo sussidio di soccupazione pagato dalle loro tasse salatissime.
Chi suonava x strada, however, mica erano pizzaeffichi qualunque. Erano per lo più studenti dei conservatori locali, giacca&cravattati e schierati sedia & leggio, che haidavedé quanti soldi alzavano.
Insomma, tu pensa alla paperella di Lorenz: vuoi che cervella ancora più evolute quali le mie non abbiano risentito più pesantemente di certi imprinting?
Come accadeva quelle volte in Inghilterra, io oggi guardavo i Beatles diversificarmisi nel Left & Right dei diffusori della macchina, e proprio non riuscivo a bestemmiare con rabbia il dio frastornato dalla sua stessa ingordigia di sperma canino, pur se responsabile di una traffic jam che entro breve si ripeterà, a cagione della notturna revoca di questo sciocco sciopero. No-o! io au contraire – oops! - on the contrary, lo invocavo quale pavida vittima di arsure della sozza semenza dei botoli più pulciosi. Ma lo facevo per la gioia, riesci a capire?
Sensazioni che provo da sempre – e quando dico 'sempre' intendo da quando all'asilo mio zio me li metteva per ore in cuffie più grosse di me.
È incredibile. Quelle sono, pare pare, le sensazioni dipinte su pellicola in Fumo di Londra. Fascinazione per qualcosa di futuribile. Irraggiungibile, eppure lì. Alla portata. Se stendi la mano puoi toccarle, quelle luci notturne, quelle minigonne. Ma se lo fai, perdi il Mistero. Saresti il documentarista che dopo ore di appostamento sciupa tutto per un rumore inconsulto. Quello che ti piace è il non arrivarci, altrimenti sono catenate in faccia di Mods & Rockers. Puoi solo rimbalzarci contro senza mai raggiungerle, da falena irrisolta. Ogni volta, scottata. Poi, se preferisci atteggiarty, critica pure la prima regia di Albertosordi. Ne hai, di elementi. Torna pure a utocitarsi, il Grande Albertone, colla solita scena del maccarone provocatore. È uno di quei film dove a un certo punto parte la canzone e tutti ballano. Film allappacojoni, sono io il I a dirlo. Ma in quel film io tutte queste mie impressioni le ritrovo pennellate benissimo.
Poi a 1 tratto parte Boys. È Ringo che canta. Mi ha sempre affascinato, come canta Ringo, e Boys lo conferma. Sèntiti come attacca Yellow submarine, per capire di che parlo; precisamente, il temperamento tra la II e la III nota, quelle di (In) the – town (where I was born ecc.)
Ha la capacità di concepire le altezze dei suoni completamente disancorate da qualsiasi intonazione. È ben stemperato. Non come gli orientali, che semplicemente nelle note hanno un passo discreto più piccolo del ns. semitono: il IV di tono. Macché. Lui canta “continuo”, senza soluzione di continuità. Ho suonato con una cantante, che aveva lo stesso strano talento. Ci sbroccavo, quando le dicevo le parti dei cori. Non riusciva a intonarsi da sola sui nomi delle note che le riferivo. Dovevo intonargliele io, facendo attenzione a essere massimamente preciso, perché mi prendeva alla lettera, formalizzando ogni mia micro-stonatura e impadronendosene x sempre. E il bello era che questa cosa non mi faceva mica incazzare, io che pure sono così impaziente. Anzi, ne ero per l'appunto affascinato. Come un paleontologo che scopre nei fossili tracce di organi ancestrali, o un feticista di vertebre caudali. Mi sentivo l'unico testimone di autentici residui neanderthaliani. Davanti a me era l'ultima interprete di menticate nenie preistoriche.
Insomma, chèss'è. Bisogna pur riscontrare unacazzo di coincidenza taumaturgica fra la spavalda I saw her standing there e la Mr. Dante Fontana frizzante, tra la I'll follow the sun interlocutoria e la pensierosa Richmond Bridge. Tanto lenitiva, come coincidenza, da far dimenticare che Jesuckkristo fosse un puttaniere di tutto rispetto (lo dimostra il fatto che persino un best-seller da casalinghe come Labbibbia non riesca a ometterlo).
E allora perché questa vena d'odio non m'accenna a scomparire?
Perché quel porco maledetto, lurido amante del mal fare e del disfare peggio, oggi ha creduto bene di terminare un lavoretto che aveva in ballo da un pezzo.
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