Magazine Società

Senato, c’è pista per te

Creato il 26 settembre 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Senato, c’è pista per te

Il direttore dell’ufficio delle Poste del Senato, Orlando Ranaldi, è stato arrestato ieri dai Carabinieri per spaccio di cocaina. Il 53enne di Olevano Romano è ritenuto dalle autorità il braccio destro di un boss albanese che gestisce il traffico di droga nell’hinterland della Capitale.

Le accuse sono di spaccio e peculato: Ranaldi, così come il vigile urbano di Valmontone Stefano Gallo, avrebbe smerciato gli stupefacenti con auto di servizio. La droga era distribuita proprio nella zona di Valmontone e l’intermediario tra la band albanese e i boss locali era l’autista Alessandro Mele, per cui è stato disposto il carcere come misura cautelare. Per Ranaldi sono considerati sufficienti gli arresti domiciliari.

Gli investigatori non hanno perquisito l’ufficio di Ranaldi al Senato perché non è emersa attività di spaccio a Palazzo Madama, anche se è difficile non pensare a un collegamento.

Sono seguite le sempre divertenti reazioni dei politici. Schifani è andato sul classico esprimendo “grande sconcerto e amarezza” e garantendo “la massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti, all’insegna della massima trasparenza”. Va precisato che Ranaldi è un dipendente di Poste Italiane e non del Senato.

La pulce all’orecchio salta anche al capogruppo IDV Felice Belisario: “Spero che almeno non abbia spacciato all’interno del Senato”. Giuseppe Menardi, di Coesione Nazionale, rincara la dose: “Ogni giorno peggio, ditemi una cosa assurda e domani si avvererà”.

Il direttore dell’ufficio postale era un militante di Alleanza per l’Italia e sul suo profilo facebook campeggiavano le foto con Rutelli, Mei e Tabacci, anche se il partito si è affrettato  a precisare che Ranaldi non ricopriva nessun incarico ma possedeva soltanto la tessera. 

Sempre sui social network pullulavano gli attacchi del direttore alla casta: “Continua la fuoriuscita di volgarità e arroganza dalla politica che non viene scelta dai cittadini!”, “I cervelli in Italia li abbiamo sempre avuto, diamo loro credibilità e sostegno!”, “Cambiare davvero, con la testa e con il cuore! E senza il portafoglio. Basta gargarozzoni e musicanti!”. Non è il primo e non sarà l’ultimo che razzola bene e predica male.

Tra i senatori, intanto, partono i distinguo e le prese di distanza. L’atmosfera non è serena e i classici “Siamo circondati”, “Piove sul bagnato” e “Mala tempora currunt” riecheggiano nell’ambiente. Marco Stradiotto del PD si affretta: “Io ho sempre trattato con una donna. Magari lui stava dietro. E poi, sono tra quelli che hanno fatto l’esame del capello. Droga qui? Ma non vede? Hanno una certa età, sono così tranquilli”. Sulla stessa linea Francesco Sanna: “Mi pare che non ci sia il mercato ideale. Mai viste nei bagni piste dimenticate. O forse dovremmo diffidare dei colleghi troppo arzilli?” e Nicola La Torre: “Macché droga, qui vogliamo chiedere di mettere le sputacchiere”.

Il fatto che negli ambienti altolocati di Roma e non solo si sniffi è il segreto di Pulcinella. Possibile lo si faccia anche al Senato: ricordiamo i test delle Iene e quello più indicativo di Giovanardi che trovò un parlamentare positivo, nonostante fosse volontario.

Spunta la classica fonte anonima: “Qui il dieci per cento di noi si droga”. Rincara Calderoli: “Mi pare poco. Non credo che negli uffici del Senato possano trovare qualcosa che vada oltre l’uso personale, ma non so cosa facesse e chi fosse questo signore: bisogna guardare dove poteva custodire qualcosa.”

Luigi Zanda fornisce una spiegazione plausibile: “Potrebbe essersi sentito protetto dall’ambiente” che, si sa, è parecchio allergico e praticamente off limits per la Polizia Giudiziaria.

Lannutti usa la logica: “Se c’è uno spacciatore ci devono essere anche i consumatori. Io ho passato una vita a difendere un altro tipo di consumatori, ma questi non sono difendibili”. Da più parti si invoca un test per tutti.

Carlo Vizzini sfodera la giustificazione fisiologica: “Non siamo più giovanissimi, potrebbe venirci un attacco di cuore. Quelle sostanze sono dei vasocostrittori, ti costringono a bere per dilatare, non fa proprio per noi”. Silvio Sircana è lapidario: “La politica è sangue e merda, recentemente è cambiato il mix”.

Luciano d’Ubaldo intanto sbertuccia chi nega di conoscerlo: “Ma come non l’hanno mai visto? Davvero hanno detto così? Ma se parlava con tutti! Lo conoscevamo tutti. Era gioviale, certo non il solito romano con l’abbraccio e il bacino, veniva sempre in giacca e cravatta, distinto. Aperto però, e soprattutto, appassionato di politica. Voleva sempre sapere ciò che succedeva.”

Un esame tossicologico su tutti i senatori è ora d’obbligo.

 

Fonte: Repubblica


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :