Si può dire che sto godendo? Sì, credo si possa dire. Non potrebbe essere diversamente. Qualcosa che nasce nel palazzo e per il palazzo, che non ha radicamento nel territorio e che ha come obiettivo la demolizione del vero e unico centrodestra italiano (quello dal quale FLI si è sottratto), non può avere vita lunga. Almeno non prima di un riscontro elettorale che ne sancisca un diffuso consenso nella società. E FLI, senza le gambe dei voti, sta ora implodendo su se stesso, almeno al Senato. E con questa implosione, sta crollando il muro di boriosità e di arroganza che ne aveva contraddistinto la nascita.
Passate dunque le pie illusioni e la primavera politica, ora Fini deve fare i conti con la dura realtà. In una intervista al Secolo ha ammesso le proprie difficoltà, che però – logica sinistra vuole (eh, già!, chi va con il sinistro impara a mistificare) – sono interamente attribuibili al Berlusca e al suo potere mediatico e finanziario. Perché sappiamo bene che sui media domina l’informazione berlusconiana, e non esiste controinformazione di sinistra. E sì!
On. Fini? Ma ci faccia il piacere! Credevamo che certe «scuse» fossero tipiche dei sinistri, ma evidentemente l’astio nei confronti del Cavaliere deve averla resa cieco. La verità è un’altra, caro Presidente. Ed è ben diversa e più dura per le sue orecchie e per il suo orgoglio. La verità è che FLI non è altro che bluff che non può andare avanti senza un riscontro elettorale, che mai avrà come invero lei spera. La verità è che l’emorragia verso la maggioranza è dettata da due fattori: il primo attiene alle posizioni politiche assunte da FLI, di autentico tradimento della destra e del centrodestra. Il secondo, è che lei, on. Fini, come leader di partito è un fallimento. Certi giochini – come imporre Bocchino alla presidenza – li poteva fare in AN, perché lì nessuno obiettava. Ma non in FLI. C’è tuttora gente in Futuro e Libertà che ha scelto questa specie di controfigura di partito, avendo la pia illusione che in esso si potesse trovare un vero confronto politico, che – a lor dire – gli era negato nel PDL. E invece, si sono resi conto che sono caduti dalla padella nella brace.
Dunque, on. Fini, non tiriamo fuori scuse ridicole come il «potere mediatico e finanziario» del Cavaliere. Sono assurdità che seppur non meritano alcuna considerazione, sono un chiaro indice delle profonde difficoltà di un capo che si è rivelato al di sotto delle aspettative riposte, e che si è dimostrato solo la controfigura del vero capo del partito: Italo Bocchino. È lui che decide, ed è lui a dettare la strategia del partito, insieme agli altri due moschettieri antiberlusconiani: Granata e Briguglio. E non a caso, finora Futuro e Libertà ha solo rispecchiato le politiche estremistiche del deputato che un tempo la osteggiava. E lei, caro Presidente, si è dovuto adeguare, fino a nominarlo vicepresidente. Il che, sappiamo, ha scatenato le giuste ire dell’ala moderata di FLI. L’ala che vuole rimanere nell’orbita del centrodestra e non certo in contrasto con il PDL o come alleato minore di ex democristiani ed ex comunisti!
Ora sta pagando le conseguenze di questi grossolani errori. I senatori che sono stati eletti nel PDL decidono di abbandonarla, perché loro hanno capito qual è il gioco di FLI. Allearsi con la sinistra, pur di battere il Cavaliere e pur di affossare la maggioranza di centrodestra. Hanno capito come FLI non sia un vero partito di destra, ma solo un movimento farlocco nato nel palazzo e legittimato su internet, senza una vera base elettorale, se non virtuale e ipotetica. Hanno capito, che se il Governo cade, il prossimo Governo non sarà da lei guidato, on. Fini. Ma sarà di sinistra e dominato dalla sinistra, con lei a fare da comprimario in una opposizione consenziente. E dunque, la inevitabile decisione: tornare a casa prima che accada l’irreparabile: l’Italia in mano ai vari Bersani, D’Alema, Bindi, Di Pietro e compagni cantanti…
Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235
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