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Sentire con gli occhi

Creato il 21 ottobre 2011 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Sentire con gli occhi

Rappresentazione tridimensionale della corteccia uditiva

Vi capita mai di vedere la foto di un trombettista con le guance gonfie che soffia nello strumento e immaginare il suono che emette la tromba? O di una monoposto di Formula 1 in corsa e “sentire” il rombo del motore? Una sorprendente ricerca svela che la corteccia uditiva del nostro cervello si attiva anche con la vista. Vedere fotografie associate ad un suono attiva in soli 110 millisecondi (equivalenti a un decimo di secondo) la regione cerebrale associata alla percezione uditiva, implicata anche nelle allucinazioni uditive. Cosa che non si verifica se l’immagine è priva di riferimenti sonori.

La stretta associazione delle informazioni visive con quelle uditive a cui sono più frequentemente abbinate, già nota ai cineasti dell’epoca del muto, è stata scoperta da un gruppo di ricercatori della Bicocca di Milano. La professoressa Alice Mado Proverbio, docente di Psicobiologia dell’università, illustra il funzionamento di questo meccanismo: «I neuroni specchio audiovisivi consentono al nostro cervello, per esempio, di ricavare l’immagine di un gatto ascoltando il suo miagolio o la voce di una persona guardando una sua foto. I neuroni audiovisivi sono responsabili anche di fenomeni quali le allucinazioni uditive, se sollecitati da particolari stati emotivi come la paura. Basti pensare a quando, condizionati dal buio, crediamo di avvertire rumori che temiamo, scricchiolii, rumore di passi, nonostante il perfetto silenzio».

Durante l’esperimento 15 volontari dovevano eseguire un compito elementare, per esempio premere un tasto alla vista di una gara ciclistica, mentre sullo schermo apparivano 300 fotografie colorate per circa 1 secondo a intervalli di 1500 – 1900 millisecondi. Benché le immagini fossero simili come luminosità, grandezza, valore affettivo, soggetti raffigurati, solo la metà evocava un suono specifico come il pianto di un bambino, un martello pneumatico, delle campane, un canto lirico. 128 sensori misuravano l’attività bioelettrica prodotta dagli scambi sinaptici tra neuroni sottostanti.

Il cervello è in grado di estrarre informazioni associate ai suoni, normalmente udibili in quelle condizioni, attivando la corteccia temporale superiore, il giro temporale inferiore e medio e, poco dopo, anche la corteccia uditiva primaria, allo stesso modo dei suoni percepiti realmente o delle allucinazioni uditive. «L’esistenza di fenomeni di integrazione audiovisiva spiega perché la vista del labiale favorisce la comprensione dei suoni linguistici, cosa che non avviene per esempio al telefono, mentre un labiale incongruente con l’ascolto altera la percezione uditiva».

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