Senza ossigeno a 8300 metri sulla Nord dell’Everest: alpinista italiano di 69 anni “è da considerarsi morto”

L'Everest

Luigi Rampini: morto sull'Everest

AOSTA - C'e' anche un italiano - Luigi Rampini, di 69 anni, milanese - nella lista dei tre alpinisti dati per morti in questi giorni sul versante nord dell’Everest. Secondo il sito specializzato alanarnette.com, Rampini si trova da quattro giorni a campo 3, a 8.300 metri di quota, sul versante nord della montagna, e solo due giorni fa si e' rifiutato di scendere, malgrado il tempo pessimo con venti molto forti e bufere di neve.  Intendeva raggiungere la vetta ed era senza ossigeno da quattro giorni.''A questo punto - si legge nel sito - e' da considerarsi morto''. Nato ad Arluno in provincia di Milano, Rampini e' un appassionato scalatore. Dipendente regionale dell'assessorato all'Ambiente, Rampini è un esperto di montagna. L'alpinista vanta, infatti, decine di imprese di rilevanza internazionale, tra cui la conquista, nel 2005, della vetta del monte Cho Oyu, in Tibet. Negli ultimi giorni l'Everest, la montagna più alta del mondo con i suoi 8.848 metri, ha provocato la morte di sette scalatori, tra i quali vi sarebbe appunto anche Rampini. La maggior parte di loro, secondo il sito explorersweb.com, è stata colpita da mal di montagna oppure è caduta per spossatezza, dopo il rientro dalla vetta. Sono già complessivamentge 11 gli alpinisti morti sull’Everest in questa stagione. La spedizione, organizzata dalla nepalese Monterosa Treks Expedition, fondata nel 1993,  era partita da Katmandu il 20 aprile.  Non si ha finora alcuna conferma della morte dell’alpinista italiano, sulle cui eventuali cause nulla è stato detto. Il campo 3 sulla Nord è il penultimo prima dell’attacco alla vetta che l’organizzatore prevedeva per il 31 maggio.