Magazine Talenti
Scusate la mia pedanteria, sono sicurissimo del fatto che voi coltissimi lettori di questo blog siate capaci di tradurre questa banalissima frase. Tuttavia, c'è gente come Caputo che non è in grado di capire una sola parola che non sia scritta nel nostro idioma o in dialetto barlettano, che bolla come luogo comune ogni intervento pensato da noialtri, e che è capace di lamentarsi per non aver preso nove in inglese dopo aver passato un anno a scrivere oscenità quali “a children” oppure doppie negazioni alla Tony Montana.
Ogni tanto è utile sfogarsi in maniera composta, serve a snocciolare la tensione resa endemica dalla calura estiva. Vi siete mai chiesti perché il numero degli omicidi aumenti in estate? No? Siete dei coglioni.
Il fatto che ci sia un ricorso dialettico nell'intervento (prima vi ho apostrofato come “coltissimi lettori”, subito dopo vi ho dato dei “coglioni”), è dovuto ad un preciso schema logico, che tende a seguire la funzione sinusoidale propria della concezione vichiana... Sicuramente non l'avevate capito, quindi siete dei coglioni.
Ecco interrompersi l'armonia della funzione, l'avanzare senza sosta della teoria del caos, la perdita di tutte le certezze e la fine delle più nobili ed ingenue illusioni.
Bisogna che la ragione si addormenti in sogni aurei, per non cadere nel baratro dello sconforto e nell'atavica paura del cabalistico, oppure, detto in icastica sintesi, bisogna cristallizzare in qualche modo il declino delle speranze.
Un buon modo potrebbe essere affidarsi a ieratici quanto pleonastici riti religiosi, colmare la paura del vuoto con qualche ostia, un bicchiere di vino e l'uccellino di qualche bambino. Rima baciata che avrà suscitato il riso del lettore più stupido, e lo sconforto di quello più avveduto. In fondo anch'io sono rimasto confinato nel meccanismo senza scampo che continua a torcersi e a girare senza sosta in un moto perpetuo di logica concatenata, forse questo intervento ne vuole essere una fulgida testimonianza.
O forse no, è solo una fandonia, oberata dal fatto che la vostra mediocre cultura vi costringerà ad aprire il dizionario online ogni due virgola cinque secondi per decifrare il linguaggio oscuro dato da tutta questa terminologia eteroclita e inusitata.
Come quando certi tipi vi dicono “Vedo uomini e donne, ma non lo vedo seriamente, cioè lo vedo perché quelli che vanno mi fanno ridere...”
E io rispondo, ebbro di rabbia irriverente “Faranno ridere te che sei coglione come loro, io provo soltanto sconforto.”
Non avete colto il collegamento che intercorre negli ultimi tre periodi? Non preoccupatevi, il postmodernismo prevede anche questo. Profusione di caos che non ipotizza nemesi se non il divertimento scellerato dello scrittore ed il disgusto miserabile del pitocco lettore.
Persi in questo dedalo caleidoscopico di pensieri, non potreste non arrendervi alla sinuosità della parola insignificante di un discorso adamantino nel colore ma barocco nella struttura, lasciandovi trasportare dalle onde generate dalla semplice sia pur sublime musicalità di una lingua lontana dalla consuetudine e vicina ai nimbi dell'aulicità.
In fondo l'italiano è un idioma sublime, e fanculo a quelli che decantano il francese, sono dei froci ignoranti. Valentino, finocchio di uno stilista che nelle interviste utilizza quell'argot da rottinculo, sto parlando a te.
Rigurgiti di un nazionalismo represso a favore di un più cerebrale cosmopolitismo.
Anche quest'ultimo periodo poco implementa lo sviluppo del discorso cominciato in precedenza, ma siate sempre restii alla rassegnazione: solo dopo aver percorso un lungo coacervo di strade ed aver annusato gli orribili effluvi di una laguna in putrefazione potreste anche voi trovare il vostro Tadzio, l'immagine idealizzata di una bellezza che vi renda sacerdoti dell'epifania assoluta e cantori dell'ineffabile essenza della verità.
Credo sia giunta l'ora di interrompere questo eburneo ed allo stesso tempo allucinato esercizio di stile, questa eloquente orazione del nulla e passare a qualcosa di più serio, tipo aspettare invano che il padre di Pascoli torni a casa.
Credevate che dopo più di un mese di silenzio fossi tornato con qualcosa di importante da dire?
Sono contento di avervi deluso. [Cit.]
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