Serie A: Juve guerriera, Tévez decide la battaglia
Serata da tutto esaurito al Massimino di Catania: per il 29° turno di Serie A, arriva la capolista Juve. Dopo le fatiche del giovedì europeo, Antonio Conte scende in terra siciliana per rispondere alla vittoria della Roma sul Chievo nell’anticipo di ieri, ma ha a che fare con qualche problema di formazione dovuto a squalifiche e infortuni; mentre, per il tecnico dei siciliani, Maran, formazione quasi tipo nel cercare l’impresa spinti dal calore del proprio pubblico.
Il Catania, ultimo solitario, arriva dalla brutta sconfitta di domenica pomeriggio nello scontro salvezza contro il Sassuolo, mentre la compagine bianconera dall’importantissimo successo esterno sul campo del Genoa con la punizione capolavoro di Andrea Pirlo.
Queste le formazioni ufficiali:
Catania (3-5-2): Andujar; Bellusci, Rolin, Gyomber; Plasil, Izco, F.Rinaudo, Lodi, Monzon; Barrientos, Bergessio.
Juventus (3-5-2): Storari; Bonucci, Caceres, Chiellini; Lichtsteiner, Isla, Pirlo, Vidal, Padoin; Osvaldo, Tevez.
Catania – Juventus (59’ Tévez)
Primo tempo piacevole al Cibali di Catania giocato a ritmi molto sostenuti da entrambe le squadre. La Juventus prova fin da subito a fare la partita, ma la formazione etnea è ben messa in campo e non lascia grossi spiragli alla formazione di Antonio Conte. La prima occasione è di marca bianconera con l’angolo di Pirlo, Bonucci fa la torre ma, prima che Vidal possa ribadire in rete, l’arbitro Damato fischia una trattenuta in attacco. La partita non si sblocca e viene caratterizzata da diversi interventi duri e conseguenti cartellini gialli per Gyomber per fallo da dietro, Bergessio per gomitata a Chiellini (intervento da “arancione”) e Osvaldo anche lui falloso da dietro. Ma la cosa curiosa è la doppia espulsione per i due allenatori, Conte e Maran, per reiterate proteste in seguito a una seconda gomitata di Bergessio a Bonucci: per Conte è espulsione, per Maran no e Damato, su indicazione del quarto uomo, li espelle entrambi senza sanzionare la punta etnea.
Poco dopo, il Catania ha l’unica occasione del primo tempo ma Bergessio viene murato dalla difesa bianconera dopo il tiro a botta sicura. Scampato il pericolo, ci prova la Juve con lancio illuminante di Pirlo che mette a tu-per-tu Osvaldo con l’estremo Andujar ma l’italoargentino prova un improbabile pallonetto di tacco, fallendo la migliore occasione bianconera del tempo. Si va negli spogliatoi sullo 0 a 0.
La seconda frazione di gioco comincia sullo stesso stampo della prima: poco calcio e tanti calci. Ma è la squadra di Maran a spingere con più decisione sull’acceleratore e, nei primi minuti, chiude gli avversari nella propria metà campo. Ma dai calci da fermo conquistati non nascono veri pericoli, se non per il tiraccio di Monzon dal limite finito in curva. E così la Juve si riorganizza e da un’invenzione di Pirlo nasce una super palla gol: filtrante per Lichtsteiner che, di testa, fa la sponda per Osvaldo il quale ci prova in rovesciata, ma la palla esce alta di un soffio. Il gol è nell’aria e la capolista passa l’azione successiva: lancio di 50 metri del solito Pirlo, sponda aerea di Osvaldo per l’accorrente Tévez che controlla e incrocia, battendo l’incolpevole Andujar.
Il Catania subisce questo primo colpo e ancor di più il secondo, quando Bergessio apre il gomito per l’ennesima volta sul volto dei difensori bianconeri: doppio giallo per il nervosissimo argentino, mandato in anticipo sotto la doccia.
Da lì in poi la squadra di Conte, forte dell’uomo in più, controlla giro palla e ritmo con più di un’occasione per chiudere la pratica, prima per il solito Tévez (nuovamente capocannoniere con il granata Immobile) poi per il cileno Vidal ma entrambi risultano poco lucidi sotto porta. Il Catania non demorde e cerca ancora il pari in alcune mischie dentro l’area di rigore bianconera, ma senza mai impensierire Storari.
Partita non bellissima, ma vittoria fondamentale per la Signora che porta a casa tre punti su un campo non facile, nonostante una condizione fisica non ottimale dovuta alle molte partite giocate in pochi giorni. Sesta vittoria consecutiva e distanze con la Roma nuovamente ristabilita. La Juve c’è sempre.
Di Stefano Combetto