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Serie A: Siena contro Roma la finale che non ti aspetti

Creato il 11 giugno 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Alzi la mano chi a inizio stagione si sarebbe aspettato una finale scudetto tra Roma e Siena. Certo i toscani più di tanto non stupiscono, sono alla settima finale consecutiva, ma erano partiti in sordina con una squadra rivoluzionata e tanti punti interrogativi da sciogliere. Ancor più clamoroso per la Virtus che per un periodo sembrava non dovesse neanche iscriversi al campionato ed allungare la lista di quelle gloriose piazze cestistiche italiane che scomparivano dalla Serie A (leggasi Treviso e Teramo); poi in extremis arrivava l’iscrizione ma si chiariva subito che l’obiettivo sarebbe stato la salvezza.

Di questo miracolo romano di certo ampi meriti vanno a coach Calvani, che ha saputo creare un grande clima di squadra tra i ragazzi, e li ha poi inseriti in un perfetto spartito di gioco. Datome e Goss, dall’alto del loro carisma e della loro esperienza, sono stati i principali trascinatori quelli che si caricavano la squadra sulle spalle nei momenti difficili; poi la scoperta di Jordan Taylor e di Gani Lawal, asse play-pivot, che si è dimostrato tra i più efficienti e spettacolari del nostro campionato. Roma ha fatto vedere più volte di essere squadra compatta e di crederci fino all’ultimo, recuperando due volte in trasferta dopo aver perso in casa; è squadra che non si abbatte e sa reagire ai cali fisici e mentali ed è letale nella seconda parte di gara: ci vorrà un concentrato di questi ingredienti a cui aggiungiamo il ritrovare una buona condizione fisica di tutti i suoi interpreti, per poter coltivare il sogno di battere i campioni in carica. Proprio Siena ci ha fatto vedere ancora una volta come quando il gioco si fa duro la MensSana diventa ancora più dura; partita da sfavorita sia nei quarti contro Milano, che in semifinale contro Varese, ha ribaltato il pronostico sempre in gara 7, sempre in terra nemica, sfruttando una difesa a tratti super e un trio di tenori che si è alternato alla grande: Moss, Brown e Hackett hanno guidano i toscani e si sono fatti carico delle responsabilità più grandi quando la palla cominciava a pesare, sentenziando come finito un ciclo se ne può aprire subito un altro; il tutto grazie all’abilità di Banchi che ha preso un testimone pesante come quello di Pianigiani ma ha saputo sfruttare al meglio l’esperienza maturata da vice.

La serie vivrà di tanti scontri interessanti: partendo dalla cabina di regia con Brown e Taylor, proseguendo tra Goss ed Hackett in guardia, per poi proseguire in ala tra Datome e Moss e terminare al centro tra Lawal e Eze ma anche Ress; senza dimenticare le panchine che tanto hanno contribuito alle due formazioni. Per noi italiani però il confronto più appassionante è di sicuro quello tra Hackett e Datome: il primo ha vissuto di alti e bassi durante la stagione ma è stato decisivo in tantissime situazioni a partire dalla Coppa Italia fino a questi playoff dove ha innalzato di due gradini il suo rendimento culminato con la quasi tripla doppia contro Varese e 37 di valutazione. GigiGante si è invece confermato su altissimi livelli giocando una stagione regolare super coronata dal titolo di mvp, ha attirato le attenzioni di molti scout NBA, e ha trascinato Roma ai fasti di qualche tempo fa; peccato solo per l’infortunio contro Cantù che lo ha limitato nelle ultime quattro uscite, ma di sicuro vorrà incidere in ben altro modo contro la squadra in cui è cresciuto professionalmente.

Tutto è ormai pronto per questo remake della finale di cinque anni fa, gli intepreti sono cambiati ma la voglia di vincere delle due squadre quella proprio no e allora appuntamento a questa sera al PalaTiziano per il primo atto della finale scudetto.


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