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serve una mano

Creato il 20 agosto 2014 da Gaia

Qualche mese fa, il Comitato TPL FVG, di cui faccio parte, ha lanciato un sondaggio per scoprire gli eventuali problemi del servizio di trasporto pubblico locale. Nonostante il sondaggio fosse disponibile soltanto su internet abbiamo ottenuto oltre seicento risposte, in gran parte di studenti universitari, raggiunti facilmente grazie alle nuove tecnologie (l’e-mail). Oltre alle domande con risposta a scelta multipla c’erano anche spazi liberi in cui scrivere quello che si voleva. Siamo stati inondati di lamentele e proteste, alcune espresse più veementemente di altre, suggerimenti, sfoghi, richieste accorate.

Una delle domande che avevamo posto era: “saresti disposto a dare una mano al Comitato?” Oltre l’ottanta per cento ha risposto di no. Del venti per cento che si era invece detto disponibile, quasi nessuno ha poi risposto alle mail; siamo riusciti a contattare un solo studente, che ha chiesto un incontro per dirci tutto quello che non andava e poi sottrarsi a eventuali impegni futuri con noi con la motivazione che lui doveva studiare.

Stiamo parlando di studenti universitari: giovani e quindi, presumibilmente, idealisti e pieni di energie; senza famiglie da mantenere, anzi spesso mantenuti dalle famiglie, e con una relativa flessibilità di orario.

Il resto della popolazione regionale, comunque, non è tanto meglio. Non voglio stare qui ad annoiarvi con una panoramica del mio punto di vista personale su chi fa cosa e come da queste parti. Tra parentesi, dopo aver scritto su un giornale universitario (io che l’università l’ho finita da quasi dieci anni, perché non c’è abbastanza gente effettivamente universitaria che ci scrive) che ero delusa dalle associazioni ambientaliste, un noto e anche indefesso ambientalista locale si è offeso e mi ha detto che allora lui era deluso da me, che volevo spaccare il mondo (non la sua esatta espressione) ed ero troppo radicale.

L’unica cosa che voglio dire, in generale, è: friulani, sveglia! Ma sveglia veramente. Ma veramente veramente veramente veramente: svegliatevi. Un pezzo alla volta stiamo perdendo tutto quello che davamo per scontato, mentre la situazione peggiora: prima si agisce, più possibilità si hanno di salvare quello che vale di più e di trovare soluzioni nuove ai problemi che si stanno, visibilmente, presentando.

Anche gli italiani si devono svegliare. È troppo facile protestare e abbandonarsi all’immortale passatempo italico del dare la colpa a qualcun altro: guardando bene, scoprirete che la colpa di quello che non va è in buonissima parte tutta vostra. Quindi: italiani, sveglia. Se volete che qualcuno faccia qualcosa, cominciate voi.

Lo so che è antipatico. So anche che in regione ci sono molte persone che si danno da fare per qualcosa, qualsiasi cosa, o che hanno situazioni personali oggettivamente molto difficili che non lasciano tanto tempo per occuparsi del bene comune. Ma la stragrande maggioranza delle persone, compresi miei amici, familiari, conoscenti, al massimo si lamenta di qualcosa che non va, indica esempi di posti in cui la gente è seria e quindi le cose funzionano meglio, e getta al vento durante pigre conversazioni sterili qualche idea su cosa si potrebbe fare, senza però muovere un dito per farlo. Il fatto che io, con tutti i miei limiti e difetti, stia effettivamente cercando di fare qualcosa, e non riesca a nasconderlo, mi sta creando non pochi problemi interpersonali.

Ci sono tanti problemi. Se già riempite le vostre giornate occupandovi di uno o più di questi, ignorate il mio appello. Se invece avete ancora tempo a disposizione e vi rendete conto che inveire contro “questi che ci governano” e le cose che non vanno, od offrire soluzioni o commenti inviperiti su facebook senza schiodare il culo dalla sedia, non porta a grandi risultati, allora vi offro una possibilità: al Comitato TPL abbiamo bisogno di una mano. Causa le ultime defezioni, una delle quali curiosamente motivata con l’osservazione che eravamo troppo ambientalisti, siamo rimasti in pochi. Abbiamo costruito una rete importante di contatti e un bagaglio di conoscenze sull’argomento, ma tutto questo rischia di andare sprecato se non ci sono abbastanza persone che portino avanti il lavoro. Il trasporto pubblico locale ha un sacco di problemi, che probabilmente risulteranno ancora più evidenti man mano che la crisi economica e l’aumento del costo della benzina costringeranno più persone a “ripiegare” su di esso (non condivido l’idea predominante del ripiego, ma siamo culturalmente molto carenti in questo campo); come se non bastasse, i pochi che fanno qualcosa su questo fronte sono chiusi in piccoli gruppi corazzati che trovano ogni sorta di pretesto per non collaborare con gli altri. È un argomento importante su cui impegnarsi.

Ho molti amici che si lamentano di problemi riscontrati in treno o in corriera, ma quando dico: “allora vieni alle riunioni del Comitato” trovano un sacco di scuse. C’è chi non può perché ha troppi eventi mondani, chi trova da ridire sulla forma, chi non saprebbe come può essere utile, e così via. Sono tutti problemi risolvibili partecipando e correggendo la rotta, ma questo ovviamente sarebbe faticoso. La critica migliore che ci è arrivata finora, comunque, è: siete troppo propositivi. Dire “no” è molto meglio.

L’indirizzo mail del Comitato è [email protected] Potete contattare anche me, o Elena a questo numero: 366 23 33 155

Se l’argomento non vi interessa, potrete sicuramente trovare qualcos’altro da fare in altri ambiti e qualche modalità che vi piace per farlo. Non dico per favore, perché non è un favore. Conviene a tutti darsi da fare, più di quanto convenga lamentarsi.


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