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“Servire non servirsi”: il messaggio di don Sturzo racchiuso in un libro

Creato il 28 gennaio 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

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Non si corregge l’immoralità solo con le prediche e con gli articoli sui giornali. Bisogna che la prima a essere corretta sia la vita pubblica: ministri, deputati, sindaci, consiglieri comunali, cooperatori, sindacalisti diano l’esempio di amministrazione rigida e di osservanza fedele ai principi della moralità. Mi rideranno dietro gli scettici di professione, coloro che non credono che l’uomo sappia e possa resistere alle tentazioni. Il mio articolo non è diretto a loro”: è un estratto dall’intervento “Moralizziamo la vita pubblica”, scritto nel 1946 da Luigi Sturzo e riproposto, insieme ad altri testi, nel volume “Servire non servirsi. La prima regola del buon politico”, edito da Rubbettino, che sarà presentato sabato 31 gennaio alle 11,00 a Roma presso la Casa generalizia dei Fratelli delle Scuole cristiane in via Aurelia 476. Dopo il discorso introduttivo di Giovanni Palladino, segretario politico dei Popolari Liberi e Forti, interverranno il professor Mario Baldassarri, presidente del Centro studi “Economia reale”, il professor Donato Petti, direttore responsabile della “Rivista lasalliana” e il dottor Gaspare Sturzo, presidente del Centro internazionale studi Luigi Sturzo.

Nella prefazione del volume, Giovanni Palladino puntualizza che “Il gravissimo problema della ‘questione morale’ non fu sollevato per primo da Enrico Berlinguer all’inizio degli anni ’80, bensì da Luigi Sturzo sul finire del 1946, poche settimane dopo il suo ritorno dall’esilio di 22 anni impostogli dal fascismo”. Il libro ha appunto l’obiettivo di ricordare sia questa “verità storica dimenticata” sia la opportunità storica perduta dalla Dc “che non ha saputo né voluto seguire la grande modernità del pensiero sturziano. Se lo avesse fatto, certamente l’Italia non si troverebbe nelle drammatiche condizioni attuali”. Entrambe, continua Palladino, “possono essere utili ai lettori di oggi e soprattutto ai giovani, per fornire loro quei fondamenti di buona cultura necessari per alimentare la speranza di risanamento morale, politico ed economico dell’Italia”.

Come afferma Marco Vitale nella postfazione, vi sono alcune persone che ricordiamo per l’influenza che hanno avuto nel passato, e altre “che ricordiamo anche per il loro presente e per il loro futuro, cioè per l’influenza che continuano ad avere sul presente e che proiettano sul futuro. Luigi Sturzo appartiene a questo secondo tipo di persone”.

Redazione Libera e Forte

Per informazioni sulla presentazione e prenotazioni, scrivere a [email protected], oppure chiamare il 335-6509236.


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