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Settimana NBA: Westbrook e Davis in una sfida tra fenomeni, Bucks ad un passo dal baratro

Creato il 19 marzo 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Best of the East

Best Team: Boston Celtics

I Celtics ai playoff? Ma dai, non scherziamo. Fino a poco, pochissimo tempo fa sarebbe stata l’unica risposta plausibile a questa domanda. Eppure i Celtics, in questo momento, sono ai playoff. Merito di una Eastern Conference che, molto probabilmente, anche quest’anno concederà la post-season a una, forse due (forse tre) squadre con un record negativo. Merito, però, anche di una squadra costruita con pazienza e saggezza, che ha trovato in Isaiah Thomas un profeta e negli altri elementi un gruppo solido su cui iniziare a costruire un futuro che, grazie alle numerosissime scelte nei prossimi Draft, potrebbe essere più roseo che mai. Poco importa se Boston quest’anno ha impiegato ben 23 giocatori diversi, ora, grazie a cinque vittorie consecutive, di cui tre in settimana contro Magic e Sixers, ma, soprattutto, nello scontro diretto contro i Pacers, il record è tornato da playoff, almeno ad Est, con 30 vittorie e 37 sconfitte. Peccato che i Thunder abbiano interrotto la striscia vincente. Deve ricominciare subito, se i C’s (ri)vogliono i playoff.

Best Player: Dwayne Wade

Dwyane Wade, Miami Heat - Immagini fornite da Panini SPA

Dwyane Wade, Miami Heat – Immagini fornite da Panini SPA

Gli Heat, dopo un ottimo inizio della stagione del post-James, si trovano invischiati nella lotta per i playoff e, con 31 vittorie e 36 sconfitte, non possono certo stare tranquilli, con Celtics, Pacers e Hornets pronti a insidiare il loro settimo posto in Eastern Conference. Chi meglio di Dwayne Wade può trascinare la squadra ai successi decisivi per un’intera stagione? Dopo la fondamentale vittoria contro i Nets, Miami si è fermata a Toronto, per poi portare a casa due successi di prestigio contro Cavaliers e Blazers. Wade nelle ultime dieci partite ha segnato più di tutti in NBA (30.2 punti a partita), ma è soprattutto in queste ultime due sfide che ha dato il meglio di sé, segnando in entrambe 32 punti, con 26/44 al tiro, 6 rimbalzi, 8 assist e 6 palle rubate complessive, con un plus/minus di +22. Il tutto utile a consolidare delle medie stagionali da giovincello a quota 21.8 punti, 3.7 rimbalzi e 5.2 assist, con un PIE fantastico a 15.2. Non saranno gli Heat degli ultimi anni, ma Wade sembra vivere una seconda giovinezza.

Best of the West

Best Team: Golden State Warriors

E’ il momento delle congratulazioni anche per la prima qualificata ai playoff nella sempre temibile Western Conference, nonché detentrice del miglior record della Lega al momento e di una striscia ancora aperta di tre successi consecutivi. Partiamo proprio da qui, perché, dopo la sconfitta contro i Nuggets, Golden State demolisce i Knicks e si sbarazza dei Lakers, prima di infliggere ai leader della Eastern Conference, gli Hawks, una significativa sconfitta tra le mura amiche. Per i Warriors i successi sono saliti a quota 54, con solamente 13 sconfitte annesse nel pacchetto, 31 vittorie e 8 sconfitte contro le indiavolate avversarie dell’Ovest, 31 gioie e soltanto 2 insuccessi regalati ai tifosi della Oracle Arena. Se Klay Thompson ha rallentato leggermente la propria corsa, Steph Curry è in piena lotta per un titolo di MVP di questa regular season (23.4 punti, 7.9 assist e 2.1 rubate). 109.7 sono i punti segnati a partita dal carrarmato chiamato Warriors. Il bello, però, deve ancora venire.

Best Player: Russell Westbrook vs Anthony Davis

38 vittorie e 30 sconfitte per i Thunder, 37 vittorie e 30 sconfitte per i Pelicans. Se dovessero finire a pari merito, però, il biglietto andrebbe a New Orleans. Se pensavate che la lotta per l’ottavo posto utile per i playoff dell’anno passato fosse stato il meglio, probabilmente vi sbagliavate. Soprattutto perché in campo ci sono due protagonisti che stanno giocando un basket francamente straordinario: Russell Westbrook, che in stagione dice 27.6 punti, miglior realizzatore in NBA, 7.2 rimbalzi e 8.4 assist, con un PIE mostruoso di 19, contro Anthony Davis, che risponde con 24.6 punti, 10.4 rimbalzi e la bellezza di 2.9 stoppate di media, alzando l’asticella del PIE a quota 19.6. Giusto per citare due prestazioni della settimana: ennesima tripla-doppia di Westbrook con 29 punti, 10 rimbalzi e 12 assist, cui risponde Davis con 36 punti, 14 rimbalzi, 7 assist e 9 stoppate contro i Nuggets. E’ un delitto al gioco del basket che uno di loro debba rimanere fuori dai playoff. Ma è la pura verità.

Best of the Rest

MAGIE A WASHINGTON: i Wizards erano la squadra più in difficoltà tra quelle che possedevano un ticket per i playoff, ma sembra che i problemi siano stati superati alla grande: cinque vittorie consecutive contro Hornets, Grizzlies, Kings, Blazers e Jazz, 40 successi e 28 sconfitte, quinto posto più consolidato che mai in Eastern Conference e un’ampia vista sul panorama che precede, di poco, Washington verso la vetta. Chapeau.

IL CANTO DEL GALLO: è un periodo fantastico per gli italiani oltre oceano ed ogni settimana, per fortuna, abbiamo da citare un nostro rappresentante tra i migliori. Che settimana per Gallinari e per Denver! Vittorie contro Hawks (23 punti, 5 rimbalzi e 5 assist per il Gallo) e Warriors (24 punti e 7 rimbalzi), leader rispettivamente di Eastern e Western Conference. Peccato per la sconfitta contro i Pelicans, in cui, comunque, Gallinari ha segnato 17 punti, con 4 rimbalzi e 4 assist.


 

Worst of the East

Worst Team: Milwaukee Bucks

I Bucks non solo sembravano essere ottimamente passati oltre l’infortunio di Jabari Parker e la sua assenza fino al termine di questa stagione, ma anche essersi rafforzati grazie all’arrivo di Michael Carter-Williams, Tyler Ennis e Miles Plumlee, con la sola, seppur assai grave, partenza di Brandon Knight. Gli sconvolgimenti, invece, devono aver rovinato un meccanismo che sembrava poter funzionare alla grande. La mancanza del proprio leader e il non averlo ritrovato nei nuovi arrivati ha portato Milwaukee a tanti insuccessi, comprese le quattro sconfitte consecutive che hanno caratterizzato l’ultima settimana. In marzo la squadra ha vinto soltanto contro Wizards, quando erano ancora in piena crisi, e Magic, perdendo le altre sette gare giocate, di cui le ultime quattro contro Pacers, Grizzlies, Pelicans e Spurs. Questo ha portato il record a 34 vittorie e 34 sconfitte, con il serio rischio che peggiori e porti, oltre ad un segno negativo, anche pericolosamente vicini agli ultimi due posti utili per i playoff.

Worst Player: C.J. Miles

Il ritorno in campo di George Hill aveva lanciato i Pacers in una striscia positiva che aveva ridato speranze, successi ed un posto nelle prime otto di Eastern Conference ad una squadra quest’anno in grande difficoltà. La settimana era cominciata al meglio col successo contro i Bucks, ma, successivamente, Indiana ha sofferto tre sconfitte consecutive. Pesantissima, a livello di graduatoria, quella contro i Celtics, pesantissime, a livello di punteggio, quelle contro Raptors (-19) e Bulls (-17). A spiccare tra i protagonisti in negativo di questi insuccessi è, senza dubbio, C.J. Miles: nonostante 85 minuti complessivi sul parquet ha messo insieme appena 25 punti, con 13/35 al tiro, 6/19 da oltre l’arco, cui ha aggiunto 11 rimbalzi, 2 assist e un significativo -21 di plus/minus. In stagione, in 25.5 minuti di media, la guardia ha raccolto numeri non più che modesti (12.5 punti, 2.9 rimbalzi e 1.1 assist), con un PIE al di sotto della sufficienza (8.5), nonostante sia un ottimo fattore difensivo (97.1 punti subiti da Indiana ogni 100 possessi con lui in campo).

Worst of the West

Worst Team: Memphis Grizzlies

Sarà il bisogno di tirare un po’ il fiato, sarà che l’arrivo di Jeff Green non ha portato gli effetti sperati, saranno tante componenti che iniziano a scricchiolare, ma i Grizzlies sono la squadra meno in forma tra quelle di vertice in Western Conference. Un’altra settimana altalenante, aperta dalla sconfitta evitabile contro i Celtics e dal -20 patito dai Wizards, seguita dalle vittorie convincenti contro Bucks e Nuggets e chiusa con un nuovo KO incredibile, contro i derelitti Pistons di questo finale di stagione. Quattro delle cinque partite con cui Memphis chiuderà il mese di marzo saranno di altissimo livello, contro Mavericks, Blazers, Cavaliers e Warriors ed anche il finale di stagione non sarà certamente di bassa tensione emotiva. I Grizzlies occupano il secondo posto con 47 vittorie e 21 sconfitte, ma almeno fino agli Spurs (42-25), settimi, per nessuno sarebbe impossibile raggiungerli e superarli. Se non arriverà la dovuta scossa, la squadra potrebbe buttare al vento una stagione al limite della perfezione. Wake up, Grizzlies!

Worst Player: Damian Lillard

svariati successi consecutivi che avevano rafforzato il terzo posto in Western Conference, con vista sul secondo occupato dai traballanti Grizzlies. Eppure, ecco due sconfitte consecutive a piegare le gambe a Portland, contro Wizards e Heat. Protagonista, in negativo, dell’ultimo periodo della squadra è senza dubbio Damian Lillard. Sono stati soltanto (per uno come lui) 31 i punti segnati complessivamente nei due KO contro Washington e Miami, in 74 minuti d’impiego, con 12/31 al tiro e 4/13 nel tiro pesante, 7 rimbalzi annessi, tanti quanti le palle perse però, ed almeno 12 assist a migliorare le deludenti statistiche. La stagione era cominciata alla grandissima, ma è andata in un lento calando con l’andare delle partite. Nell’ultimo periodo, lui e Blazers avevano avuto una nuova ascesa, che i tifosi del Rose Garden si augurano non finisca a breve. Per uno decisivo come Lillard si avvicina la parte più importante della stagione. E non si può fallire.

Worst of the Rest

SHAME ON SPURS: le dichiarazioni di Gregg Popovich non hanno lasciato molto spazio ai commenti: “non abbiamo rispettato la partita, non abbiamo rispettato l’avversario. E’ stata una prestazione patetitca e spero che ogni giocatore si vergogni“. La sconfitta, per 100-104 in overtime contro i Knicks, è stata la prima per una squadra campione NBA in carica contro un’altra che, oltre le 60 partite giocate, ha un record inferiore al 20%. Non proprio la regolarità, per gli Spurs.

SFIDA ALL’ULTIMA SCONFITTA: dei Bucks e dei Pacers in crisi abbiamo già parlato, ma anche Boston, come detto, ha perso l’ultima giocata e gli Hornets si sono complicati la vita con due KO di fila contro Jazz (-28!) e Clippers. Naturalmente i Nets non stanno a guardare e perdono di 19 con i Cavaliers, in un marzo quanto mai povero di successi. Avete presente di cosa si parlava nel pezzo riguardante Westbrook e Davis? Prendete e buttate tutto nel cestino. Otterrete qualcosa di simile alla Eastern Conference.

*Immagini fornite da Panini SPA

 

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