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Sfiducia a Cancellieri. Ancora polemiche dopo voto

Creato il 22 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Ancora polemiche dopo la mancata sfiducia al ministro Cancellieri, con le dure parole del sindaco di Firenze Matteo Renzi.Ancora polemiche sulla mancata sfiducia, e quindi le mancate dimissioni, del ministro Cancellieri. A dare fiato alle polemiche le parole pronunciate ieri da Matteo Renzi, che dallo studio de “La Gabbia”, a La7, aveva tuonato contro la decisione del suo stesso partito, asserendo che con lui “segretario avremmo detto si alla sfiducia”. Parole che gettano benzina sul fuoco, perché il Pd si era presentato tutt’altro che compatto prima di trovare una mediazione, quasi costretta, dalle parole del premier Letta. Il presidente del Consiglio aveva infatti formalmente legato un eventuale voto di sfiducia verso il ministro Cancellieri come una sfiducia all’intero esecutivo, vincolando quindi a parole il Partito Democratico sull’eventuale tenuta del Governo. E i parlamentari facenti capo a Renzi, obtorto collo, si erano dovuti adeguare, bocciando la mozione di sfiducia presentata contro il ministro Cancellieri dal Movimento Cinque Stelle. Ma dopo questa decisione e dopo il voto, il sindaco di Firenze è tornato per difendere la sua decisione “interventista” sulla sfiducia e per marcare ancora di più la differenza tra “il vecchio Pd”, che ha difeso il ministro Cancellieri, rispetto al “nuovo” che non lo farà. Parole pesanti, che se da un lato provocano la reazione di un membro del Governo come il ministro della Difesa Mauro, che sostiene come le parole di Renzi “scavano una voragine sotto l’Esecutivo”, dall’altro provocano la replica di un altro candidato alla segreteria del Pd nazionale, Pippo Civati, che dice: “è un tantino azzardato dire che, se ci fosse Renzi, il gruppo Pd non salverebbe la Cancellieri. Primo, perché lui c’è, e i deputati che hanno sottoscritto la sua candidatura sono duecento, anche se forse sul caso in questione erano meno compatti di quanto Renzi stesso prevedesse. Secondo,  perché questo diverso avviso potrebbe continuare a manifestarsi anche dopo il congresso. Non ce li vedo i renziani-franceschiniani a mettere in difficoltà il premier Enrico Letta, né ovviamente i lettiani per Renzi mettersi contro Letta. Ieri abbiamo perso un’occasione colossale per far emergere l’autonomia del Pd. E questo vale per chiunque vincerà il congresso del Pd”.


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