Sformatino di grana con carciofi croccanti e "Formaggi in Villa"

Da Lacucinadiqb

Cosa c’è di più apparentemente semplice del formaggio? Si addomestica un animale lattifero e si lavora un po’ il latte. Fatto, no?La storia è un po’ più lunga e fortunatamente un pò più diversificata e parte sicuramente dalla preistoria. Già i Sumeri, nella mitica mezzaluna fertile mesopotamica, conoscevano l’uso e la manipolazione del latte e risale al 3000 a.C. il famoso “Fregio del latte” – conservato nel museo di Baghdad – che rappresenta i sacerdoti-casari nelle varie fasi della lavorazione del formaggio, dalla mungitura alla cagliatura del latte, fino alla messa in forma. Inoltre nella tomba di Horus-Aha, faraone della dinastia risalente al 2800 a.C., furono trovati vasi conteneti resti di una sostanza identificata, dopo moderne analisi chimiche, come formaggio. I romani impararono le raffinatezze dell’arte casearia dai popoli dell’Asia minore anche se per moltissimo tempo il latte usato fu solo quello di pecora e di capra.

Nell’812 Carlo Magno regolamentò il mercato del formaggio dando disposizioni anche sulle condizioni igieniche della confezione. Del resto fu proprio nel medioevo, soprattutto grazie ai monasteri - che evidentemente avevano bisogno di qualcosa di buono per accompagnare le importanti bevute di birra – che cominciarono ad evolvere i metodi e le varietà casearie. Infatti erano già conosciuti il gorgonzola, il taleggio e il parmigiano (citato nel Decameron di Boccaccio) oltre al caciocavallo e tutte le paste filate tipiche dell’Italia Meridionale. 
Nel rinascimento nascono i primi centri di produzione ed i primi trattati di arte casearia, veri e propri disciplinari e verso la fine del ‘700 viene pubblicato a Milano dall’abate Gerolamo Ottolini “Intorno alla maniera di migliorare la fabbrica dei formaggi”.

Ma c’è un evento molto importante del quale volevo parlarvi ed è una tre giorni dedicata a questo fantastico prodotto “Formaggio in Villa” che si terrà il 19, 20 e 21 marzo a Villa Braida, a Mogliano Veneto, TV.
L’evento, organizzato da Alberto Marcomini autore di una rivista e di un blog dal nome evocativo “Carta da Formaggio", avrà la presenza dei più importanti personaggi del mondo caseario italiano:
 produttori, stagionatori, selezionatori, grandi chef e giornalisti.Durante i tre giorni di “Formaggio in Villa” sarà possibile assaggiare liberamente formaggi di qualità provenienti da tutta Italia, 
prenotare degustazioni guidate gratuite con l’abbinamento di vini e birre, 
partecipare a dibattiti e conferenze sul tema della manifestazione
 e, dulcis in fundo, cenare a Villa Braida con menù di piatti realizzati con formaggio da Chef famosi e stellati.
Nel frattempo potreste godere di questi Sformatini di grana con carciofi croccanti al timo.
Ingredienti150 gr di grana padano grattugiato, 100 gr di panna fresca, 100 gr di ricotta fresca (oppure 200 gr di ricotta), 150 gr di carciofi freschi e piccoli (io ho utilizzato le castraure), 2 uova bio o 1, 1 scalogno, 1 spicchio d’aglio, 1 ciuffo di prezzemolo, 3 rametti di timo, il succo di un limone, sale e pepe nero macinato al momento, burro.ProcedimentoIn una ciotola riunire il grana, la panna e la ricotta (o solo la ricotta), le uova, il prezzemolo tritato: sbattere con un frustino e regolare di sale e pepe.Versare il composto in 4 piccole cocotte unte con un pochissimo burro o con lo spray staccante, disporre le cocotte in una pirofila dai bordi altri e cucinarle a bagnomaria già caldo per 45’ a 120°.Nel frattempo, pulire i carciofi e affettarli finemente, immergendoli man mano in acqua acidulata con il succo del limone. Risciacquarli, asciugarli con carta casa e saltarli in padella con dell’olio evo, lo scalogno tritato e lo spicchio d’aglio in camicia e leggermente schiacciato. Cucinarli per 5’ mantenendoli croccanti, togliere l’aglio, unire il timo e regolare di sale e pepe.

Sfornare le cocotte e, a piacere, servire gli sformatini rovesciati, guarnirli con i carciofi saltati e accompagnati con biscotti o salatini al formaggio e una coulisse di datterini carammellati al forno.


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