Mi sono accorto
Di riuscire a star con gli altri
Alla festa di un qualunque sconosciuto.
Perché
Ero alla festa di uno sconosciuto qualunque
Festeggiava quarant’anni, orribile musica
Bambini con tamburelli
Candeline
Angurie artistiche tagliate malissimo
Vecchie e meno vecchie porche a cui basterebbe un cazzo
Neanche troppo duro e io ero
Seduto.
Corana rigorosamente
Sale e lime.
Ci stava questa che proprio mi sbatteva il culo in faccia
Non era male come situazione, lei anche non lo era
Trentacinque anni al massimo, il mio campo
Bionda, ma ci sarei passato sopra
Se solo non avessi voluto esser concentrato sul cielo e le
Perseidi.
Però ero contento, nonostante la distrazione
Trombare quella sera come in molte altre era superfluo.
Proprio riuscivo a starci con gli altri
Finché avevo la mia birra in mano o
La sigaretta, alternavo
Tabacco rollato a mano e in fabbrica
Fintanto che mi tenevo impegnato
Aspiravo, sorseggiavo, parlavo
Ma senza le mie mani a muoversi per uno scopo definito
Come appunto
Rollare, portare la sigaretta alle labbra
Afferrare il collo della corona e con la lingua leccarne il sale
Avrei disperato.
Prima del primo sorso, il primo morso al lime che sporge
È un abitudine mia.
Mi sono messo a ballare Shakira perché non avevo più soldi
Per bere
Ma solo per poco, poi mi sono messo a scroccare sigarette.
Ero ancora impegnato, era questa la cosa importante.
Mi accorsi della disperazione di molti arrapati dal culo
Della bionda e
Le Lacrime di Perseo cercai davvero per un attimo
Non stavo fumando
Ne vidi una sola
Dalla scia immensa
E lei mi prese ed espresse, giuro
Rapito, scusate, non io pensai:
“Vorrei essere felice, stella che cadi”