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Si avvicina la Maratona di New York e, ogni anno, è un'emozione grandissima. Sono particolarmente legata a questo evento, non solo perchè New York è la mia città, ma anche perchè ha coronato un grande sogno, una tra le esperienze più incredibili della mia vita. Sono diventata maratoneta per caso. Se è vero che si è maratoneti dopo una maratona, allora faccio parte anch'io del gruppo. La prima volta, due anni fa, ho corso a New York, dopo soli sei mesi di allenamento. Purtroppo, per colpa di un problema alle caviglie, non posso correre in modo continuativo, per più di dieci chilometri e, così, ho trovato la soluzione in un adattamento del metodo Galloway. E' un sistema che prevede l'alternanza di corsa e camminata. Nel mio caso è diventato cinque minuti di corsa e due di camminata. E così per 42 km e 195 metri. Una distanza lunghissima, sempre la stessa in ogni corsa che si chiami maratona, per quei profani che ancora non lo sanno. Eravamo un gruppo numeroso. Io mi ero posta come obiettivo, arrivare prima di Katie Holmes (che aveva corso l'anno precedente). So che gli altri maratoneti inorridiranno al solo pensiero di un obiettivo simile, ma sapete che io ci devo mettere sempre qualcosa di fashion, e così ho scelto lei. A marzo avevo partorito e a novembre volevo dimostrare che riuscivo a comandarlo ancora io il mio corpo. Battaglia stravinta. H. 5.06 contro le sue 5.30. Sempre per i profani, sappiate che anche solo un minuto, durante una corsa, fa tanta differenza.A parte quello la Maratona di New York è una festa bellissima. Se si è abituati a correre in Italia (pessima abitudine) è tutto un altro pianeta. La gente ti incita, ogni persona che incontri chiama il tuo nome, tutti sorridono, tutti cantano, tutti ti donano qualcosa. Un fazzoletto, un pezzo di scottex, una banana, un biscotto. Tutti sono lì per fare il tifo per te. Protagonista per un giorno moltiplicato per 45.000.C'è un solo momento buio durante il percorso: la zona ebraica di Brooklyn, dove il silenzio impera. Per il resto, ogni metro è accompagnato da una banda, da un complesso che suona, dai tamburi, dalla radio, dalle cornamusa. Ed è divertentissimo leggere i cartelli a bordo strada. Quest'anno non correrò. Ho appeso le scarpette al chiodo dopo la maratona del 2009. Ne ho, volutamente, fatta solo metà l'ultima volta. Quando sai quello che ti aspetta è molto più dura. Forse, e dico forse, al rientro inizierò ad allenarmi per quella primaverile di Los Angeles, ma ci sto ancora pensando. Forse dovrei trovare un nuovo mentore. Chiederò a Jessica Alba! :))Questa edizione vedrà la presenza di Lapo Elkann. Dovrò essere spettatrice del mio gruppo (composito), quindi tanto vale che mi informi sui suoi tempi in corsa. Magari lo vedrò!Presenza solita, invece, quella di Linus dopo l'uscita del suo libro "Parli sempre di corsa".Non citerò il gruppo dei runners di Montecitorio....La maratona del 2008 è nella mia anima.Quest'anno tornerò a viverla al di qua delle transenne. La più indimenticabile delle maratone riuscirà a farmi battere ancora il cuore? Scommetterei di si....S.
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