«Con 218 voti favorevoli, 58 contrari e 12 astensioni il Senato ha approvato, in seconda deliberazione, il provvedimento recante l’istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali. La parola torna alla Camera, per la quarta e definitiva lettura».
Queste sono le poche righe presenti sul sito del Senato della Repubblica.
Il Senato ha quindi dato il suo via libera all’istituzione del Comitato dei 42 saggi che avrà il compito di modificare la nostra Costituzione senza passare attraverso l’articolo 138.
Proprio questa mattina, non a caso, Stefano Rodotà, in un editoriale su Repubblica, affronta il tema della riforma costituzionale.
Il giurista non ci sta a passare per conservatore. Alcune delle riforme costituzionali proposte sono infatti largamente condivisibili: basti pensare alla riduzione del numero di parlamentari o al cambiamento del sistema del bipolarismo perfetto.
Il problema si pone nel “cammino diverso” con cui il governo ha deciso di affrontare queste riforme. Bypassare l’articolo 138 potrebbe infatti creare un precedente non da poco nella storia della nostra Repubblica. Non rispettare l’articolo che rende rigida la nostra costituzione fa infatti sì che ne venga meno tutta la sua essenza .
Il timore è che, nell’attuare riforme largamente condivise dalla popolazione, si cerchi di far passare anche “una forzatura, riguardante il cambiamento della forma di governo”, con lo scopo di rafforzare l’esecutivo, sganciandolo dal Parlamento.
È infine da notare che con il disegno di legge approvato oggi dal Senato si stabilisce che il referendum confermativo, benché varrà per tutto il pacchetto di riforme, è previsto anche qualora le leggi costituzionali siano approvate nella seconda votazione con maggioranza dei due terzi delle camere, cosa che l’articolo 138 della Costituzione non prevede.
Il quesito referendario ci potrà quindi essere ma, a quanto si può comprendere, sarà unico e quindi consisterà in un prendere o lasciare complessivo.
Comunque sia, come sostiene Rodotà, servirà a poco una simile garanzia se «rimane un dubbio sulla correttezza del modo con cui questo cammino è cominciato»
È preoccupante pensare che la nostra Costituzione sia in balia di una simile classe dirigente.
Profilo di Ivan Lagrosa
Nato nel 1994, studente di Economia e commercio, da sempre appassionato di giornalismo. Mi interesso principalmente di economia e di politica nazionale. Le mie passioni sono la musica, la scrittura e il nuoto.
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