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Si della camera al biotestamento: nuova bufera tra maggioranza e opposizione
Creato il 14 luglio 2011 da Bagaidecomm @BagaideCommIl testamento biologico vince 278 a 205: è con questo scarto di voti che è stato approvato ieri dalla Camera, con votazione a scrutinio segreto, il d.d.l. sul testamento biologico. Il disegno di legge attuale è la modificazione di quello presentato nel 2008 sulla scia della vicenda di Eluana Englaro. Il tragico caso della ragazza non mancò di suscitare fortissime polemiche ed accesi dibattiti etici e politici, tanto che ad un mese dalla sua morte il Parlamento tentò di approvare una legge per evitare che casi simili potessero verificarsi di nuovo, provocando la rottura definitiva tra PdL e Futuro e Libertà. Sopravvenute questioni politiche della maggioranza allontanarono la priorità di questo d.d.l., tornato ora prepotentemente d’attualità dopo il si della Camera.
Il fulcro del disegno di legge, composto da 8 articoli, poggia su due elementi: più potere ai medici e chiarezza sulla volontà del trattamento di fine vita. In relazione al primo punto,il biotestamento non sarà considerato vincolante per il medico, il quale potrà discrezionalmente disattendere le volontà del paziente. Tuttavia, nel solo caso di assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale, il biotestamento non potrà essere disatteso. Per quanto concerne il secondo punto, il più discusso, prevede che nelle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) si potranno indicare solo i trattamenti ai quali sottoporsi, non quelli che si intendono rifiutare. Alimentazione e idratazione artificiale non verranno più considerati un “accanimento terapeutico”; questi potranno essere sospesi solo in caso di malati terminali in quanto non idonei a “fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche del corpo”. Inutile dire che le reazioni delle forze politiche sono state antitetiche. Da un lato i sostenitori del d.d.l., Lega Udc e Pdl, si ritengono soddisfatti dell’esito: “abbiamo approvato una buona legge” secondo Di Virglio (Pdl), relatore alla Camera; sulla stessa lunghezza d’onda anche il relatore al Senato Calabrò (Pdl): “il paese e chi lo rappresenta conviene sulla necessità e sulla bontà della legge”. Di tutt’altra veduta è l’intera opposizione: Livia Turco (Pd) definisce la legge “arcigna, autoritaria e proibizionista”. Tuonano invece Nichi Vendola, che parla di legge disumana, e Mario Staderini (Radicali), secondo cui con tale d.d.l. “ci rubano la morte”. Consapevole che ognuno avrà almeno una volta riflettuto su tale vicenda etica, politica e sociale, voglio ora concludere con un ultimo interrogativo: il caso Englaro, il successivo dibattito politico e gli scontri, ci sarebbero stati se l’Italia avesse regolarmente depositato lo strumento di ratifica, dopo l’autorizzazione del Presidente della Repubblica avutasi nel 2001, della Convenzione di Oviedo sui diritti umani e la biomedicina del 1997?
Forse, ratificando tale Convenzione Europea, vi sarebbe stata più chiarezza e meno dibattiti su tale sentitssima questione.
Emanuele Bianchi
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